Il Papa conferma la propria intenzione di visitare Messico e Cuba

Celebrata a San Pietro la messa per la festa di Santa Maria di Guadalupe

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CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 12 dicembre 2011 (ZENIT.org) – “La terra ha dato i suoi frutti” (Sal 66,7): lo afferma il Salmo delle letture della messa solenne tenutasi oggi pomeriggio nella basilica di San Pietro, in occasione della Festa della Madonna di Guadalupe, presieduta da papa Benedetto XVI.

Con queste parole il Santo Padre ha voluto sottolineare il successo dell’evangelizzazione nell’intero nuovo continente, in particolare dopo il 1531, anno delle apparizioni della Vergine Guadalupana. L’occasione della celebrazione odierna è stato il bicentenario dell’indipendenza delle nazioni latino-americane.

La Santa Messa è stata concelebrata dal Papa assieme al Cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, dal prefetto della Congregazione dei Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, Marc Ouellet, dall’arcivescovo di Città del Messico, cardinale Norberto Rivera Carrera e dall’arcivescovo di Aparecida, il cardinale Raymundo Damasceno Assis.

Poco prima dell’inizio della celebrazione eucaristica, il segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina, Guzman Carriquiry, ha letto alcuni testi sulla ricorrenza bicentenaria e sulla Madonna di Guadalupe, mentre il cardinale Nicolas de Jesus Lopez Rodriguez, arcivescovo di Santo Domingo ha rivolto l’invocazione iniziale alla Vergine.

“Il Successore di Pietro – ha commentato Benedetto XVI durante l’omelia – non poteva lasciare trascorrere questo evento senza tenere conto della gioia della Chiesa per i copiosi doni che Dio, nella sua infinita bontà, ha diramato durante questi anni in queste amatissime nazioni che, a così caro prezzo, invocano Maria Santissima”.

La “morenita del Tepeyac” divinamente impressa sul telo dell’indio San Juan Diego, oggi esposto nel Santuario di Guadalupe, nei pressi di Città del Messico, è un’immagine che evoca la donna dell’Apocalisse (Ap 12,1-2), ha osservato il Papa.

La Guadalupana “segnala la presenza del Salvatore alla sua popolazione indigena e meticcia” e “ci conduce sempre al suo divino Figlio, il quale si rivela come fondamento della dignità di tutti gli esseri umani, come un amore più forte delle potenze del male e della morte, essendo fonte di gioia, fiducia filiale, consolazione e speranza”.

Il Santo Padre si è poi soffermato sul Magnificat, un canto “di ringraziamento per la pienezza di grazie, distribuite nell’Economia della salvezza”, come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica (2619). Si tratta di un “gesto di riconoscenza al Signore e di umiltà della sua serva”, nella quale Dio fece meraviglie “mostrando il suo amore per tutti gli uomini, soprattutto quelli che affrontano dure prove”.

Ma il Signore è degno di lode anche “per le meraviglie che ha compiuto nella vita dei popoli latino-americani e del mondo intero” grazie alla Madre di Cristo che, pronunciando il suo “sì”, “manifesta tra gli uomini l’amore di Dio”.

E suo Figlio, Gesù, è “la risposta definitiva alla domanda sul senso della vita e agli interrogativi fondamentali che assediano ancora oggi tanti uomini e tante donne del continente americano”, ha detto Benedetto XVI, citando l’Esortazione Apostolica post-sinodale Ecclesia in America.

Scendendo nel concreto dell’attualità, il Pontefice ha sottolineato il “cammino di integrazione che avanza in questo caro continente” nel quale talora “si avverte un nuovo protagonismo emergente nel contesto mondiale”.

Per questo motivo il Papa ha auspicato che i vari popoli latino-americani “salvaguardino il loro ricco tesoro della fede e il loro dinamismo storico-culturale, rimanendo sempre difensori della vita umana dal concepimento alla morte naturale e promotori della pace”.

Ha poi esortato alla tutela della famiglia “nella sua natura genuina” e ad obiettivi educativi che “preparino rettamente le persone e le rendano coscienti delle proprie capacità, di modo che affrontino degnamente e responsabilmente il proprio destino”.

Il continente americano deve inoltre essere incline alla “riconciliazione”, alla “fraternità” e alla “solidarietà”, mettendo in piedi ogni sforzo possibile per “superare la miseria, l’analfabetismo e la corruzione”, sradicando “tutta l’ingiustizia, la violenza, la criminalità, l’insicurezza cittadina, il narcotraffico e l’estorsione”.

Benedetto XVI ha poi ricordato le parole del suo beato predecessore, Giovanni Paolo II, che nel 1983, ad Aparecida, auspicò una fede radicata “più profondamente nei cuori delle persone” del nuovo continente, perché si moltiplichino “i discepoli autentici e i missionari” a servizio di questa terra per “lo sviluppo del bene, il trionfo dell’amore e la diffusione della giustizia”.

L’intenzione di intraprendere un viaggio apostolico in Messico e Cuba, prima della prossima Pasqua è stata confermata dalle parole dello stesso Santo Padre: l’obiettivo è quello di “proclamare la Parola di Cristo, con la convinzione che questo è un tempo prezioso per evangelizzare con una fede forte, una speranza viva e una carità ardente”.

Invocando l’intercessione di Santa Maria di Guadalupe sui popoli latino-americani, il Papa ha espresso, alla fine, l’auspicio che la Madonna offra “modelli eroici di virtù cristiane” ed un esempio per la “nuova evangelizzazione”.

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ZENIT Staff

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