VILNIUS, mercoledì, 7 dicembre 2011 (ZENIT.org) – La dignità dei popoli migranti e nomadi, la lotta al traffico di armi e al terrorismo e la libertà religiosa sono stati tra i temi affrontati dal Segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati, monsignor Dominique Mamberti, in occasione del XVIII Consiglio Ministeriale dell’Organizzazione per Sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) riunitosi a Vilnius tra ieri e oggi.
Monsignor Mamberti ha sottolineato innanzitutto l’opportunità offerta dalla riunione ministeriale di Vilnius per l’attuazione degli impegni degli stati membri dell’OSCE “nelle dimensioni politico-militare, economica, ambientale e umana”, assunti lo scorso anno ad Astana.
In merito al primo punto, concernente la dimensione politico militare, Mamberti ha riferito gli apprezzamenti della propria Delegazione per i “grandi successi” ottenuti in questo campo, in particolare le “misure per rafforzare ulteriormente la lotta alla proliferazione e al traffico illegale di Armi leggere e di piccolo calibro e per rendere sicuro lo stoccaggio di munizioni convenzionali”.
L’attuazione di queste misure, ha osservato il presule, potrebbe contribuire tanto “alla lotta contro il terrorismo e il crimine organizzato”, quanto a “dissolvere le preoccupazioni ambientali della popolazione”.
Altri risultati positivi evidenziati da monsignor Mamberti sono riscontrabili nel campo del Controllo delle Armi e delle Misure per la Costruzione della Fiducia e della Sicurezza e relative ad una “proposta dell’OSCE per combattere la minaccia delle droghe illegali e dei precursori chimici”.
Per ciò che concerne la dimensione economica ed ambientale, il Segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati ha ribadito che il tema delle migrazioni occupa uno “spazio centrale” tra le preoccupazioni del Vaticano.
In questo campo le attenzioni verso i migranti non possono riguardare soltanto il loro “ruolo economico” e lavorativo: è necessario incentivare anche il “ricongiungimento familiare”.
Un aspetto che sta sempre a cuore alla Santa Sede, ha aggiunto monsignor Mamberti, è legato alla good governance, ovvero alla promozione della “partecipazione alla vita pubblica di tutti coloro che vivono nella società, incluse le Chiese, le comunità religiose e i credenti”.
L’impegno dell’OSCE per la tutela delle libertà fondamentali e dei diritti umani necessita di “una articolazione più chiara per poter fungere da piattaforma per un programma positivo per la pace”, ha proseguito il presule, ponendo l’accento in modo particolare sul “diritto alla libertà di religione” che, nonostante i ripetuti proclami della comunità internazionale “continua a essere ampiamente violato”.
Nel suo richiamo alla libertà religiosa, monsignor Mamberti ha citato il messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2011, in cui papa Benedetto XVI ricordava che “i cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede”.
A questo proposito Mamberti ha poi avanzato una proposta: la celebrazione di una “Giornata internazionale contro la persecuzione e la discriminazione dei cristiani”, un possibile “segno importante del fatto che i governi sono desiderosi di affrontare questa grave questione”.
Il presule ha poi espresso l’apprezzamento della Santa Sede per “l’opera eccezionale svolta sotto la Presidenza lituana per combattere l’intolleranza contro i cristiani”.
Altri riferimenti sono stati fatti da monsignor Mamberti riguardo alla tutela della dignità delle popolazioni Rom e Sinti e alla piaga del traffico di esseri umani, “in particolare donne e bambini”.
In conclusione il Segretario per i Rapporti della Santa Sede ha accolto il desiderio della Mongolia di diventare il 5° Stato partecipante dell’OSCE e ha appoggiato la candidatura di Svizzera e Serbia a presiedere l’organismo nel 2014 e nel 2015.