CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 4 dicembre 2011 (ZENIT.org) – Un tempo silenzioso, di raccoglimento interiore, in attesa della gioia dell’arrivo del Signore nelle nostre vite. Così ha riflettuto papa Benedetto XVI al termine della visione del film Dal cielo in terra – Avvento e Natale nelle Prealpi Bavaresi.
La pellicola, diretta da Sigrid Esslinger, prodotto dalla Radiotelevisione bavarese Bayerischer Rundfunk, è stata proiettata venerdì pomeriggio nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, nell’ambito di un “Oratorio natalizio delle Alpi” con musiche e canzoni del compositore bavarese Hans Berger, eseguite dal suo Ensemble e dal “Coro Montini”.
Al termine della proiezione, dopo aver ringraziato tutti gli artefici dell’iniziativa, Benedetto XVI ha detto loro: “Voi tutti avete portato un po’ di usanze e di senso della vita tipicamente bavaresi nella casa del Papa: posso dirvi soltanto di cuore ‘il Signore vi renda merito’ per questo dono”.
Commentando le immagini del film, il Santo Padre ha osservato che, durante il “tempo silenzioso” dell’Avvento, “la natura fa una pausa; la terra è coperta dalla neve; non si può lavorare, nel mondo contadino, all’esterno; tutti sono necessariamente a casa. Il silenzio della casa diventa, per la fede, attesa del Signore, gioia della sua presenza”.
Le melodie suonate venerdì sera, dunque, assieme alle tradizioni bavaresi illustrate, rendono davvero “il cielo presente sulla terra”, ha aggiunto il Papa. Oggi, purtroppo, questo tempo liturgico è tutto il contrario di ciò che dovrebbe essere: diventa un “tempo di sfrenata attività, si compra, si vende, preparativi di Natale, eccetera”.
Ciononostante, come documenta il film Dal cielo in terra, “le tradizioni popolari della fede non sono sparite, anzi, sono state rinnovate, approfondite, aggiornate”, ha proseguito il Pontefice.
Sono proprio queste tradizioni spiccatamente cristiane che “creano isole per l’anima, isole del silenzio, isole della fede, isole per il Signore, nel nostro tempo, e questo mi sembra molto importante”.
È giusto, quindi, “dire grazie a tutti coloro che lo fanno: lo fanno nelle famiglie, nelle chiese, con gruppi più o meno professionali, ma tutti fanno lo stesso: rendere presente la realtà della fede nelle nostre case, nel nostro tempo”, ha poi concluso Benedetto XVI.