SPECIALE ASSISI: Il discorso tenuto dal Portavoce della religione Ifu e Yoruba nel mondo

ROMA, sabato, 29 ottobre 2011 (ZENIT.org).- Riprendiamo il testo del discorso, che il professor Wande Abimbola, portavoce della religione Ifu e Yoruba nel mondo, ha tenuto giovedì 27 ottobre ad Assisi alla Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, sul tema “Pellegrini della verità, pellegrini della pace”.

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Permettetemi anzitutto di esprimere lamia profonda riconoscenza al Santo Padre, Papa Benedetto XVI, per avermi invitato a partecipare alla Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la giustizia e la pace nel mondo. Sono sicuro di parlare anche a nome dei capi e dei seguaci delle religioni indigene d’Africa, e più in generale del mondo, nel dire che sono molto lieto di essere incluso in un momento così importante e storico. Possa il Santo Padre crescere sempre più in forza, compiere la sua missione e il suo destino verso i popoli del mondo. In secondo luogo, porto l’omaggio e il saluto da parte dei popoli d’Africa e dei membri della religione yoruba nel mondo, di cui sono portavoce.

Ríran le rán mi wá o o ò
Èmi kí mo ránrà mi
Àsé dowó enì tó rán mi wá.

Sono un portavoce di coloro che mi hanno inviato
Non sto parlando da me stesso
L’autorità spirituale con cui parlo appartiene a coloro che mi hanno mandato.

È venuto il tempo per i leaders di tutte le religioni del mondo di avere un nuovo quadro concettuale in cui alle religioni indigene venga dato lo stesso rispetto e considerazione delle altre religioni. Non possiamo avere pace nel mondo quando non rispettiamo, abusiamo, o disprezziamo i nostri vicini. Una condizione fondamentale per la pace, perciò, è che tutte le persone di fede abbiano rispetto e amore le une per le altre. Relazioniamoci alle persone per il carattere che hanno, non sulla base della religione che praticano o della denominazione cui appartengono.

Lavoriamo tutti insieme per un maggiore rispetto, amore e giustizia, mentre al tempo stesso ci manteniamo fedeli alle dottrine delle religioni che abbracciamo. Dobbiamo sempre ricordarci che la nostra propria religione, così come le religioni praticate da altra gente, sono valide e preziose agli occhi dell’Onnipotente, che ha creato tutti noi con questa diversità e pluralità di vie di vita e di sistemi di credenza.

Non è sufficiente rispettare il nostro prossimo, uomini e donne. Abbiamo bisogno di sviluppare anche un profondo rispetto per la natura. Sino a quando alla natura, nostra Madre, non verrà dato il giusto rispetto ed onore nei nostri pensieri ed azioni, gli esseri umani non potranno trovare la vera pace e la tranquillità che noi tutti andiamo cercando. Non solo, se continuiamo sullo stesso sentiero di non rispetto e distruzione della natura sul quale abbiamo camminato per secoli, quel sentiero può portarci solo al disastro.

Adéerí lawo Aláràán
Adétutú lawo Ajífòràngbogbolà
A dífá fún Òrúnmìlà
Ifá n lo lèé gbólómí tútú níyàwó
Ayé Ifá tutù jomi lo
Baraà mi Èrìgì Álò
Ifá ló gbólómí tútù níyàwó
Ayé Ifá tutù jomi lo

Adeyeri, Ifa, sacerdote di Alaraan
Adetutu, Ifa, sacerdote di Ajiforangbogbola
Questi sono i sacerdoti che divinano per Orunmila
Il giorno in cui egli stava per sposare Colei-che-si-bagna-nell’acqua-fredda
Come risultato, la vita di Ifa divenne più fredda dell’acqua
Mio grande Signore, Erigi Alo,
Ifa ha sposato Colei-che-si-bagna-con-l’acqua fredda
La vita di Ifa divenne più fredda dell’acqua.

I versi appena citati si riferiscono a Olokun, l’ultima e la più amata moglie di Ifa. Possano le fredde acque di Olokun, dalle profondità degli oceani, portare freschezza, amore, tranquillità e pace a tutti noi e al nostro mondo colpito da lotte, odio, guerra e intolleranza.

Lavoriamo insieme per costruire e mantenere un mondo migliore.

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ZENIT Staff

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