La rete di aiuto cattolica esorta i donatori a offrire più risorse per fornire cibo, alloggi e acqua pulita a milioni di persone in stato di necessità.
Le grandi piogge monsoniche hanno iniziato a inondare ampie aree del Pakistan del sud alla fine di luglio. Con il passare del tempo, le inondazioni hanno sommerso i villaggi nella provincia di Sindh. Secondo le Nazioni Unite, le persone colpite sono più di cinque milioni.
A settembre, le Nazioni Unite hanno chiesto alla comunità internazionale di donare 357 milioni di dollari statunitensi (258 milioni di euro) per far fronte alla crisi.
Nonostante l’entità dell’emergenza, a metà ottobre l’appello aveva portato a ricevere solo il 20% dei fondi richiesti.
E’ sottofinanziato anche un appello di Caritas Internationalis per 4,7 milioni di dollari (3,4 milioni di euro) per aiuti alimentari, alloggi e assistenza medica, che ha ricevuto solo il 25% della copertura.
Il segretario generale di Caritas Internationalis, Michel Roy, ha affermato che “la situazione disperata in Pakistan deve essere affrontata rapidamente dalla comunità internazionale, altrimenti ci troveremo a dover far fronte a una crisi umanitaria ancor maggiore”.
“Abbiamo visto una serie di emergenze in Africa Orientale, America Centrale e Sud-Est asiatico nelle ultime settimane e nei mesi recenti – ha ricordato –. Ognuna merita la nostra attenzione”.
“Milioni di persone a Sindh rischiano malattie e fame a causa delle inondazioni. Come ho testimoniato personalmente, le necessità sono reali. Le famiglie hanno visto le proprie case e i raccolti portati via dalle piene. Le case sono fatte di fango, quindi si sono semplicemente sciolte. Le persone sono rimaste senza niente”.
La Caritas sta fornendo cibo, alloggi, assistenza medica e altri tipi di aiuti alle famiglie del Pakistan attraverso Caritas Pakistan, i Catholic Relief Services (membro della Caritas degli Stati Uniti) e Trócaire (Caritas Irlanda).