Novanta anni di testimonianza cristiana in Terrasanta

Da otto secoli i Francescani provano a alimentare la pace

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ROMA, domenica, 23 ottobre 2011 (ZENIT.org) – La rivista Terrasanta ha celebrato i suoi 90 anni (1921-2011), con un convegno svoltosi il 21 e 22 ottobre alla Pontificia Università Antonianum. Il mensile si è trasformato in uno strumento per parlare di archeologia, ma anche un mezzo di informazione sui Luoghi Santi, e un motivo per favorire il dialogo interreligioso.

Alla due giorni hanno partecipato il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa ofm, il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo; il sacerdote francescano Giovanni Bottini, decano dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme; il prof. Danilo Mazzoleni, docente e decano del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana; mons. David Maria Jaeger ofm, Prelato uditore del Tribunale della Rota romana, il dott. Paolo Pieraccini, esperto di relazioni internazionali. L’incontro è stato moderato dai giornalisti Giuseppe Caffulli e Paolo Politi.

Il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo ha indicato a Zenit che questa rivista “informa non soltanto nel Medio Oriente ma nel mondo per testimoniare, presentare, non solo quella che è la presenza e il ruolo dei francescani ma anche informazioni sulla Terra santa e sui luoghi santi che sono stati fonti della nostra religione, dal ebraismo in poi. Posti dove Gesù è vissuto, è transitato, ha annunziato e ha compiuto. Ed è necessario quindi che tutta questa azione – affidata in particolare alla custodia della Terra santa, evidentemente al patriarcato latino e ad altri cristiani – abbia una voce importante su quanto si fa o è stato fatto”.

Sua eminenza poi ha ricordato come “i francescani hanno messo in vista quello che si chiama il ‘quinto vangelo’, vale a dire i luoghi santi, che non sono solo museo, ma un qualcosa che dice quello che è avvenuto nella storia, quello che è, e quello che continua ad essere nella nostra fede”.
 
Il porporato ha poi ricordato, con l’esperienza di chi ha vissuto in un luogo dove si convive con persone di altre fedi, come sia importante il prossimo incontro interreligioso ad Assisi, “un passo molto importante per conoscersi, apprezzarsi, rispettarsi, e insieme con tutti coloro che hanno una fede, anche se con aspetti diversi, per rivolgersi a Dio, come figli di Dio, fratelli nella creazione e fratelli nell’umanità”.

Questo incontro serve, ha proseguito “per consentire di vivere insieme in un mondo, dove c’è un senso unitario, globale, e che porta inevitabilmente a conoscersi e quindi a rispettarsi, a testimoniare ciascuno, a cominciare con quello che è, in comune, la visione di un Dio creatore”.

“Anche se – ha proseguito il cardinale – quest’anno sono state invitate delle persone che si professano non ma, in fondo, un certo credo ce l’anno, perché rispettano gli altri e un principio divino, unitario e creativo”.

Nel corso della due-giorni sono state presentate le grandi scoperte archeologiche, le ricerche condotte dagli archeologi della Custodia nel corso degli ultimi decenni, l’attualità della questione israelo-palestinese e i passi diplomatici nei rapporti tra Santa Sede e Israele.

Il primo panel ha riguardato Terra Santa e archeologia. La rivista Terrasanta come voce dell’archeologia biblica. Sono state indicate le maggiori scoperte e campagne di scavo eseguite dai francescani nell’ultimo secolo (Cafarnao, Monte Nebo e molte altre) e la loro importanza per tutta la cristianità.

Tra le scoperte recenti, vanno menzionate quella delle boccette di profumo, e qui è il caso di ricordare quando la Maddalena, appunto, rompe una di queste boccette per lavare i piedi di Gesù: ciò fa capire come nei vangeli si narrano fatti dove i protagonisti erano persone realmente esistite, e non una favola o una leggenda. Sempre nell’ambito delle scoperte recenti vanno ricordate anche la tomba di San Marone e tantissimi mosaici, oggetti e icone.

Il secondo panel dal titolo Informare sui Luoghi Santi: diplomazia e comunicazione nel contesto israelo-palestinese ha riguardato la comunicazione sui Luoghi Santi, il processo di normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Israele e con l’Autorità nazionale palestinese, il ruolo della rivista Terrasanta, in particolare, e della comunicazione, in generale, nell’informare sulla presenza e attività delle comunità cristiane nel contesto israeliano e palestinese.

I novanta anni della rivista Terrasanta sono un traguardo che premia la costanza dei francescani e la loro giusta intuizione sull’esigenza di informare su quanto lì avviene.

I numeri d’epoca di Terrasanta sono uno sguardo indipendente su quei Paesi. Nel 1921, ad esempio, si racconta dell’arrivo di 24 pellegrini americani, la prima comitiva dal 1914, dopo la prima guerra mondiale: come a dire che la storia riprende.

“Sulla difficoltà di relazionarsi in Terra santa con mussulmani e con ebrei, il padre custode Pierbattista Pizzaballa ha detto: ‘Guardate che noi lo facciamo da otto secoli’. Lo sguardo dei francescani ha una grande capacità di dialogo interreligioso e anche una grande prassi, da otto secoli, iniziando da San Francesco che fa questo passo, addirittura nell’epoca delle crociate, quando ha l’idea di andare dal sultano senza armi”, ha spiegato a Zenit, Carlo Giorgi, dell’ufficio stampa della rivista.

Il giorno conclusivo, sabato 22 ottobre 2011, sempre presso l’Auditorium Antonianum, si è svolta la Giornata per i volontari di Terra Santa, l’incontro annuale, tra il Custode di Terra Santa e le associazioni di volontariato che sostengono progetti in Terra Santa, dove sono state illustrate le problematiche di coloro che lavorano sul luogo.

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ZENIT Staff

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