Argentina: i temi non negoziabili tralasciati nella campagna elettorale

LA PLATA, venerdì, 21 ottobre 2011 (ZENIT.org).- Nella sua riflessione televisiva settimanale nel programma “Claves para un Mundo Mejor”, di América TV, l’Arcivescovo di La Plata (Argentina) Héctor Aguer si è concentrato sulle prossime elezioni, sottolineando che quando queste si avvicinano “i politici sono in genere occupati, ovviamente, nella campagna, e per questo restano marginali altre urgenze, ad esempio certi disegni di legge”, e ricordando che ci sono temi “non negoziabili”.

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Dopo aver menzioanto alcuni provvedimenti relativi a vita e famiglia che sono stati rimandati, il presule ha affermato che “qualche candidato ha detto di essere sostenitore dell’aborto senza limiti, ma in genere questi argomenti non vengono trattati perché possono determinare una divisione dell’opinione pubblica che pregiudicherebbe le chances elettorali”.

In questo contesto, ha esortato i cristiani a “cercare di capire che cosa pensano i candidati e che opinioni hanno sui temi fondamentali”.

“Questi temi non sono indifferenti, ma così fondamentali che da essi dipende, in qualche modo, la configurazione futura della società argentina”, ha commentato. “E per noi cristiani non sono negoziabili”.

Il presule ha definito “interessante” il fatto di “osservare che alcuni candidati hanno già dichiarato che certi disegni di legge, che potrebbero suscitare un’opposizione molto forte in alcuni settori della società argentina, saranno rimandati fino a dopo le elezioni”, e ha ammesso di pensare a vari “progetti importantissimi perché propongono un’alterazione dell’ordine naturale delle cose e hanno a che vedere con vita e famiglia”.

“Già conosciamo i disegni di legge per legalizzare l’aborto”, ha sottolineato. “Si usa un certo eufemismo: si parla di depenalizzazione, senza avvertire che depenalizzare equivale a legalizzare, ovvero a eliminare l’aborto dalla lista dei crimini, anche se oggi praticamente nessuno è punito per averlo effettuato”.

Un altro disegno di legge è quello relativo a ciò che si definisce “identità di genere”. “Bisognerebbe dire piuttosto, chiaramente, cambiamento di sesso. E’ uno degli estremi dell’ideologia di genere che sta impregnando le scienze sociali, che si insinuano nei contenuti educativi”.

Alla lista, per monsignor Aguer bisogna aggiungere anche “il caso della fecondazione assistita o della procreazione artificiale”, che è uno “svilimento della dignità della vita che nasce”, “senza avvertire che il figlio non è un diritto, ma un dono, ed è il dono che la natura, bisognerebbe dire Dio, concede all’amore dell’uomo e della donna”.

“Si cerca anche di trasformare in legge un disegno sulla morte degna, sul quale si dovrebbero fare alcune distinzioni”, ha segnalato. “Bisognerebbe auspicare che questo progetto chiarisca molto bene la differenza esistente tra la rinuncia all’accanimento terapeutico e certe pratiche che sono eutanasiche”.

“In alcuni casi di questi disegni di legge, non è chiaro se si permetterà che si privi il malato terminale dell’idratazione e dell’alimentazione o se si includerà in un futuro testamento biologico la possibilità di rinunciare a questi servizi, che insieme alle cure palliative non devono essere negati ad alcun malato”.

Su tutti questi temi, ha segnalato il presule, “si potrebbero intavolare dibattiti amplissimi ed estesi nel tempo”.

“E’ un peccato che questi temi non vengano proposti nella campagna, perché bisogna eleggere anche legislatori, e come sappiamo chi dobbiamo eleggere? Come sappiamo che cosa pensano su tali questioni fondamentali?”.

“Se i legislatori sono i rappresentanti del popolo – ha concluso –, allora il popolo deve sapere chi sono realmente, che cosa pensano, quali leggi proporranno, altrimenti ci sarebbe ben poca rappresentatività”.

Per ulteriori informazioni, www.areopago.org.ar

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ZENIT Staff

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