Benedetto XVI ha poi invitato i “Confratelli Vescovi” ad unirsi “al Successore di Pietro, nel tempo di grazia spirituale che il Signore ci offre, per fare memoria del dono prezioso della fede”.
Per celebrare l’Anno della fede “in maniera degna e feconda”, il Santo Padre sollecita “la riflessione sulla fede per aiutare tutti i credenti in Cristo a rendere più consapevole ed a rinvigorire la loro adesione al Vangelo, soprattutto in un momento di profondo cambiamento come quello che l’umanità sta vivendo”.
La nostra fede nel Signore Risorto andrà professata “nelle nostre case e presso le nostre famiglie, perchè ognuno senta forte l’esigenza di conoscere meglio e di trasmettere alle generazioni future la fede di sempre”.
Per confessare la fede “in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza”, sarà fondamentale, aggiunge il Papa, “intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell’Eucaristia” e riscoprire il Credo. Per accedere a una conoscenza sistematica dei contenuti della fede, Benedetto XVI incoraggia l’utilizzo del Catechismo della Chiesa Cattolica, “sussidio prezioso e indispensabile”.
A conclusione del Motu proprio il Vescovo di Roma ricorda che “la fede senza carità non porta frutto e la carità senza la fede sarebbe un sentimento in balia costante del dubbio”. Citando San Paolo, il Santo Padre aggiunge: “Sostenuti dalla fede, guardiamo con speranza al nostro impegno nel mondo, in attesa di ‘nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia’” (2Pt 3,13; cfr Ap 21,1).
Il papa termina il documento con le seguenti parole: “Noi crediamo con ferma certezza che il Signore Gesù ha sconfitto il male e la morte. Con questa sicura fiducia ci affidiamo a Lui: Egli, presente in mezzo a noi, vince il potere del maligno (cfr Lc 11,20) e la Chiesa, comunità visibile della sua misericordia, permane in Lui come segno della riconciliazione definitiva con il Padre. Affidiamo alla Madre di Dio, proclamata “beata” perché “ha creduto” (Lc 1,45), questo tempo di grazia”.