Malawi: sospetto di dolo per l'incendio della Conferenza Episcopale

ROMA, giovedì, 13 ottobre 2011 (ZENIT.org).- Un incendio si è propagato nel “quartier generale” della Chiesa cattolica in Malawi, distruggendo gli uffici dei Vescovi e gli alloggi dei sacerdoti.

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Secondo fonti vicine all’associazione caritativa cattolica internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), si tratta di un incendio doloso.

La distruzione degli uffici della Conferenza Episcopale del Paese, avvenuta domenica, è secondo le fonti di ACS in Malawi parte di una campagna di attacchi contro chi critica il Governo.

Padre George Buleya, segretario generale della Conferenza Episcopale del Malawi, ha riferito ad ACS di non essere in grado di confermare le voci sul dolo dell’accaduto, ma ha aggiunto che questo non può essere escluso.

Padre Buleya ha affermato che l’incendio è scoppiato nell’appartamento di uno dei sacerdoti e si è poi propagato negli uffici. Le fiamme hanno distrutto completamente sia questi che gli alloggi dei presbiteri.

Attualmente, ha indicato, non è possibile rendere noti dettagli sulle cause dell’incendio.

Quello nella Conferenza Episcopale segue il rogo degli uffici dell’Istituto per l’Interazione Politica all’inizio di settembre.

L’Istituto è guidato da Rafik Hajat, uno dei principali critici del Presidente del Malawi, Bingu wa Mutharika.

Ci sono stati anche attacchi dolosi contro le abitazioni di altri critici del Governo, come il politico dell’opposizione Salim Bagus e l’attivista per i diritti umani Macdonald Sembereka.

Nel corso dell’ultimo anno, la Chiesa cattolica ha criticato il Governo in molte occasioni.

Due mesi fa, il Vescovo Joseph Zuza di Mzuzu ha accusato il Governo di mettere a tacere la società civile, i media e la comunità di fede.

Le dichiarazioni del presule sono giunte durante la Giornata Nazionale di Preghiera, il 16 agosto scorso, alla presenza del Presidente.

A luglio il Vescovo Zuza aveva condannato la violenza da parte dei giovani del Partito Progressista Democratico – attualmente al potere nel Paese – a Blantyre, la seconda città del Malawi.

L’anno scorso la Conferenza Episcopale ha inoltre pubblicato una lettera pastorale in cui il Governo era accusato di “non servire il benessere della popolazione”.

Da allora, ha detto padre Bulaya, “il raggio d’azione della Chiesa è diventato più ristretto”.

ACS ha anche ricevuto resoconti di agenti governativi infiltrati nell’ultima assemblea plenaria della Conferenza Episcopale per spiare la Chiesa.

Il segretario generale dell’organismo ha detto di non poter “né confermare né escludere in modo definitivo” queste voci, ma ha aggiunto che la Chiesa suscita “l’interesse dei servizi segreti”.

Allo stesso modo, ha dichiarato di non poter escludere un controllo delle conversazioni telefoniche dei rappresentanti ecclesiali.

Dei 15 milioni di abitanti del Malawi, Stato dell’Africa sud-orientale, quasi 4,6 milioni sono cattolici. L’80% della popolazione è cristiano, il 13% musulmano; la percentuale rimanente professa le religioni africane tradizionali.

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ZENIT Staff

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