Spagna: il difficile accesso alla pianificazione familiare naturale

di Patricia Navas

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MADRID, domenica, 2 ottobre 2011 (ZENIT.org).- Gli ambulatori, i centri medici e gli ospedali spagnoli, anche alcuni cattolici, in genere offrono direttamente anticoncezionali e sterilizzazioni alle coppie che cercano aiuto medico per evitare una gravidanza; abitualmente non hanno sistemi di aiuto alla fertilità, e pochi indirizzano a centri che offrono servizi di pianificazione familiare naturale.

La Sicurezza Sociale non finanzia l’insegnamento dei metodi naturali di regolamentazione della fertilità (anche se lo fa nel caso della pillola anticoncezionale e dell’aborto); le persone interessate a conoscerli devono in genere ricorrere ad associazioni private, come l’Associazione Spagnola di Docenti di Pianificazione Familiare Naturale (RENAFER), l’Organizzazione Mondiale del Metodo di Ovulazione Billings (WOOMB), i Centri di Orientamento Familiare (COF) o altre entità della Chiesa cattolica.

Questa formazione non è regolata negli ospedali né nei centri medici, neanche in quelli della Chiesa. Negli ultimi anni si è cercato di introdurre la formazione in questione nelle università, come materia di libera configurazione, ma viene ancora impartita in pochi luoghi.

“I metodi naturali sono purtroppo poco conosciuti, e salvo qualche eccezione non vi si può accedere dal servizio sanitario pubblico, tranne se si concorda con qualche medico, ostetrico o infermiera che conosca il tema e voglia diffonderlo volontariamente”, ha spiegato a ZENIT Juncal Martínez Irazusta, medico di famiglia del servizio sanitario madrileno e formatore nei metodi naturali di regolamentazione della fertilità da undici anni.

Martínez Irazusta ha insegnato a migliaia di coppie a conoscere i metodi naturali e la loro filosofia di vita, sia per evitare che per ottenere gravidanze.

“Noi medici che collaboriamo a questo aiutiamo anche nella ricerca della gravidanza con trattamenti che aiutino a conseguire il fine senza sostituire l’atto coniugale, come la stimolazione ovarica”, ha osservato.

“In base alla mia esperienza, posso assicurare che con i metodi naturali si ottengono molte più gravidanze che con le tecniche di riproduzione assistita”, ha aggiunto.

Vista l’alta efficacia della Pianificazione Familiare Naturale, il suo insegnamento è stato raccomandato in rapporti internazionali come quello sulla Salute Sessuale e Riproduttiva del Parlamento Europeo, pubblicato nel 2002.

Anche Guadalupe Alsina, formatrice di RENAFER a Barcellona, ha lamentato le difficoltà ad accedere ai metodi naturali di pianificazione familiare e la loro scarsa presenza nell’ambito dell’insegnamento dei professionisti sanitari.

Ad ogni modo, ha sottolineato l’importanza delle nuove tecnologie per diffonderli, attraverso pagine web, applicazioni per i-phone…

Il vicedecano della Facoltà di Medicina dell’Università di Navarra, responsabile della web quiero1embarazo.com, Jokin de Irala, considera “sorprendente” il fatto che questi metodi non vengano insegnati in più luoghi.

“Sono ecologici, più economici, non hanno effetti secondari… perché non si dà loro più priorità?”.

La conoscenza della fertilità, base della Pianificazione Familiare Naturale, aumenta anche la conoscenza che la persona ha di se stessa e può contribuire a creare nell’uomo e nella donna una maggiore sensazione di responsabilità nei confronti della propria sessualità e della procreazione, ha indicato.

Cause e soluzioni

Quanto alle possibili cause della scarsa diffusione di questi metodi, De Irala indica “l’interesse economico dell’industria farmaceutica e medica e il fatto che sia più facile vendere una pillola che educare le coppie ad amministrare autonomamente la loro fertilità”.

“L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato in varie occasioni che questi metodi funzionano e sono facili da imparare – ha aggiunto –. Non sto facendo affermazioni partendo da una prospettiva religiosa”.

L’insegnamento dei metodi naturali richiede la formazione previa degli esperti che li insegnano, un interesse delle coppie che li vogliono applicare, tempo e monitoraggio.

Per questo, il sistema sanitario si adatta, ha affermato De Irala: “In alcuni Paesi hanno risolto la questione con un ‘pacchetto’: si insegna il metodo a un prezzo che include sei sessioni e tre mesi di monitoraggio”.

Identità cattolica

Per il presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni di Medici Cattolici, José María Simón Castellví, è particolarmente importante che gli ospedali a titolarità o con identità cattolica abbiano un sistema di aiuto alla fertilità e di assistenza alla famiglia.

L’esperto ha anche lamentato che in alcuni ospedali alla cui direzione partecipa anche la Chiesa, con maggiore o minore coinvolgimento, vengano forniti sistematicamente anticoncezionali, si realizzino sterilizzazioni e si arrivi anche a praticare selezione di embrioni e aborti.

Nell’Enciclica Evangelium vitae, del 1995, Giovanni Paolo II ha sottolineato la necessità di rivedere la funzione degli ospedali, delle cliniche e dei centri di cura, la cui identità deve essere particolarmente chiara ed efficace nel caso di istituti gestiti da religiosi o collegati in qualche modo alla Chiesa.

“Queste strutture e luoghi di servizio alla vita, e tutte le altre iniziative di sostegno e solidarietà che le situazioni potranno di volta in volta suggerire, hanno bisogno di essere animate da persone generosamente disponibili e profondamente consapevoli di quanto decisivo sia il Vangelo della vita per il bene dell’individuo e della società”, ha segnalato.

Il documento aggiunge che “peculiare è la responsabilità affidata agli operatori sanitari: medici, farmacisti, infermieri, cappellani, religiosi e religiose, amministratori e volontari. La loro professione li vuole custodi e servitori della vita umana”.

“I centri per i metodi naturali di regolazione della fertilità vanno promossi come un valido aiuto per la paternità e maternità responsabili”, sottolinea.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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