di Antonio Gaspari


ROMA, mercoledì, 13 luglio 2011 (ZENIT.org).- Con 287 voti favorevoli, 205 voti contrari e 7 astenuti è passata il 12 luglio alla Camera dei Deputati la legge sul fine vita. Ora la legge torna al Senato per l’approvazione definitiva.

Le prime reazioni al voto sono arrivate dal Movimento per la Vita, dal Forum delle Associazioni Familiari e dall’associazione Scienza & Vita.

“Esprimo la mia piena soddisfazione per l'approvazione di questa legge” ha affermato Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita (MpV).

“Sono soddisfatto – ha sottolineato Casini - soprattutto del modo con cui si è arrivati all'approvazione. La trasversalità resa ancora più evidente dal voto segreto che ha caratterizzato i lavori della Camera, ricorda i tempi che videro l'approvazione della legge 40 sulla fecondazione artificiale”.

“E' doveroso infatti registrare – ha concluso il presidente del MpV - la compattezza della maggioranza di governo a cui si è aggiunta la solidarietà dell'Udc e lo sgretolamento della sinistra. Una trasversalità che è presagio di un futuro in cui su temi fondamentali si potrà costruire una politica nuova e diversa”.

Lucio Romano, copresidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita, ha spiegato che la legge approvata alla Camera dei Deputati “ha per scopo la tutela dalle derive eutanasiche, nell’assicurare la certezza dell’alleanza di cura in un rapporto virtuoso tra fiducia e coscienza”.

 “La Camera, con voto trasversale, ha ribadito che alimentazione e idratazione assistite sono sostegni vitali imprescindibili per i soggetti con gravissime disabilità”, ha aggiunto il copresidente di Scienza & Vita.

 “Infine, - ha concluso Lucio Romano - la previsione legislativa volta alla sospensione di trattamenti di carattere sproporzionato o sperimentale, esprime un netto rifiuto dell’accanimento”.

Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni Familiari, ha dichiarato:  “Siamo soddisfatti dell'impegno profuso dalla Camera nell'approvazione della legge sul FineVita”.

“Da anni – ha precisato - la società italiana attendeva questo voto, per troppo tempo congelato dai lavori delle Commissioni. Una legge che si sarebbe voluta fare in tre giorni ma alla quale era inevitabile arrivare dopo che, in una pericolosissima confusione istituzionale, si è tentato di regolamentare la delicatissima fase terminale della vita umana a colpi di sentenze”.

“Le famiglie che da anni e per anni accudiscono un figlio o un genitore in stato di disabilità estrema – ha sostenuto Belletti – sono da sempre le più determinate a richiedere una legge che riconosca la precedenza della responsabilità pubblica di cura rispetto al principio dell'abbandono e di una illusoria libertà di scelta”.