di Patricia Navas

MADRID, lunedì, 30 maggio 2011 (ZENIT.org).- Alcuni organismi spagnoli agiscono per dimostrare l'aumento delle violazioni della libertà religiosa nel Paese.

L'Associazione Statale degli Avvocati Cristiani (AEAC) ha denunciato all'ONU 153 violazioni di questo tipo registrate dal 2004.

Il presidente dell'Associazione, Polonia Castellanos, ha presentato il 16 maggio all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, a Ginevra, un resoconto sugli attacchi alla libertà religiosa.

L'AEAC denuncia il Governo Zapatero per “violazioni reiterate, persistenti e manifeste dei diritti umani collegati alla libertà di religione o di credo in Spagna”.

Tra queste, figurano attacchi a sacerdoti, immagini e chiese cattoliche. Si sottolineano anche azioni come la chiusura al culto della Basilica del Valle de los Caídos da parte del Governo il 6 aprile 2010, aggressioni laiciste in varie cappelle universitarie, il divieto di fare processioni. Il documento segnala poi esposizioni e spettacoli offensivi.

Ci sono inoltre insulti e minacce a Vescovi, proferiti pubblicamente da gruppi ed entità, con l'invito a dar fuoco alla Conferenza Episcopale lanciato durante una manifestazione pro-aborto nel settembre 2009.

Si citano anche dichiarazioni offensive di rappresentanti del Governo, di politici e di persone che ricoprono incarichi importanti.

L'Associazione ha chiesto all'ONU di indagare sui fatti e di sanzionare il Governo spagnolo nel caso di responsabilità provata.

Secondo l'AEAC, se la Spagna non prenderà misure contro le crescenti ondate di attacchi laicisti o antirreligiosi potrà veder compromesso il suo voto nella Commissione dei Diritti Umani dell'ONU, misura che i richiedenti esortano a mettere in pratica.
 
Ostilità

Lo stesso Papa si è riferito alla questione della libertà religiosa in Spagna nel discorso che ha rivolto il 16 aprile alla nuova ambasciatrice del Paese presso la Santa Sede, María Jesús Figa (cfr. ZENIT, 17 aprile 2011).

Benedetto XVI ha segnalato che attualmente “non mancano forme, spesso sofisticate, di ostilità alla fede, che si esprimono talvolta col rinnegamento della storia e dei simboli religiosi nei quali si rispecchiano l’identità e la cultura della maggioranza dei cittadini”.

La libertà religiosa, ha indicato, non è violata solo con la discriminazione o la profanazione, ma anche con l'atto di denigrare o di deridere.

In questo contesto, il Papa ha proposto una visione diversa della religione, che la ritenga una dimensione “inerente alla dignità della persona umana” e “un’arma autentica della pace, perché può cambiare e migliorare il mondo”.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]