MADRID, giovedì, 19 maggio 2011 (ZENIT.org).- Un progetto della Legge di Regolamentazione dei Diritti della Persona di fronte alla Parte Finale della Vita ha passato il primo iter di approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di Spagna. Si pensa che verrà trasmesso al Parlamento a giugno.

La futura legge, ha affermato il Ministro della Salute, Leire Pajín, ha l'obiettivo di far sì che i cittadini “affrontino i loro ultimi giorni con dignità e con la minor sofferenza possibile, indipendentemente dal luogo in cui risiedono”.

La legge prevede che “ogni persona maggiore di età e con piena capacità di azione abbia il diritto di manifestare anticipatamente la propria volontà sulle cure e sul trattamento assistenziale che desidera ricevere nella parte finale della sua vita”.

Nel corso di una conferenza stampa, la Pajín, anticipando le domande, ha avvertito che la futura legge “non depenalizza l'eutanasia né il suicidio assistito”, e che “eviterà solo la sofferenza superflua e l'ostinazione terapeutica per i pazienti in fase terminale”.

Ad ogni modo, alcuni esperti indicano l'esistenza di incognite che potrebbero essere interpretate come una porta a possibili pratiche eutanasiche, come l'assenza di limiti nella sedazione terapeutica o il ritiro di misure di sostegno vitale, come l'idratazione e l'alimentazione.

Nel disegno di legge non si allude neanche all'obiezione di coscienza da parte dei professionisti, ma il compimento della volontà del paziente “escluderà qualsiasi richiesta di responsabilità per le azioni corrispondenti dei professionisti sanitari”.

In una nota relativa a questo disegno di legge, l'associazione “Professionisti per l'Etica” ha indicato che la nuova norma omette l'espressione “morte degna” usata in leggi autonomiche relative allo stesso tema, e sottolinea che restano comunque molti punti da chiarire.

“In definitiva”, ha affermato Carlos Álvarez, portavoce della campagna “Vita Degna” di “Professionisti per l'Etica”, “se la legge è come appare nel rapporto, gli unici professionisti sanitari che vedono rafforzata la propria situazione sono quelli che praticano sedazioni irregolari, sui quali non è previsto alcun tipo di controllo”.

“Quanti vogliono continuare a optare per aiutare i pazienti a vivere la propria vita degnamente fino alla fine, alleviando i loro sintomi, dovranno invece difendersi di fronte all'opinione di altri professionisti, ai familiari del paziente e all'équipe infermieristica. Ciò favorirà senza dubbio il fatto che, per le difficoltà create, possano desistere dalle loro convinzioni”.

“In questo disegno di legge prevalgono criteri ideologici favorevoli all'eutanasia rispetto a una volontà reale di universalizzare le cure palliative con una dotazione di budget e un piano sistematico”, dichiara la nota.

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