Il Papa: i cristiani devono vivere come figli di Dio

All’Angelus domenicale spiega il significato della perfezione cristiana

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ROMA, domenica, 20 febbraio 2011 (ZENIT.org).- La perfezione cristiana consiste nel “vivere con umiltà come figli di Dio compiendo concretamente la sua volontà”. Lo ha detto questo domenica Benedetto XVI in occasione della preghiera mariana dell’Angelus.

Parlando dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano ai fedeli radunatisi in piazza San Pietro, il Papa ha tratto spunto da un passaggio del Vangelo odierno: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48).

“Ma chi potrebbe diventare perfetto?”, si è domandato.

Richiamando San Cipriano il Papa ha quindi spiegato che “alla paternità di Dio deve corrispondere un comportamento da figli di Dio, perché Dio sia glorificato e lodato dalla buona condotta dell’uomo”.

“Chi accoglie il Signore nella propria vita e lo ama con tutto il cuore – ha aggiunto – è capace di un nuovo inizio. Riesce a compiere la volontà di Dio: realizzare una nuova forma di esistenza animata dall’amore e destinata all’eternità”.

Citando san Paolo il Papa ha quindi esortato i fedeli ad esserre coscienti di essere il “tempio di Dio”.

Ed ha poi aggiunto: “Grande cosa è l’amore – leggiamo nel libro dell’Imitazione di Cristo –, un bene che rende leggera ogni cosa pesante e sopporta tranquillamente ogni cosa difficile. L’amore aspira a salire in alto, senza essere trattenuto da alcunché di terreno. Nasce da Dio e soltanto in Dio può trovare riposo”.

Infine ha rivolto un pensiero ai pastori: “Cari amici, dopodomani, 22 febbraio, celebreremo la festa della Cattedra di San Pietro. A lui, primo degli Apostoli, Cristo ha affidato il compito di Maestro e di Pastore per la guida spirituale del Popolo di Dio, affinché esso possa innalzarsi fino al Cielo”.

“Esorto, pertanto, tutti i Pastori ad ‘assimilare quel “nuovo stile di vita” che è stato inaugurato dal Signore Gesù ed è stato fatto proprio dagli Apostoli’”, ha concluso.

Nei saluti finali, prendendo spunto dal Vangelo odierno in cui Gesù dice: “Amate i vostri nemici”, Benedetto XVI ha detto ai fedeli polacchi: “Quando si soffre per il male, la persecuzione, l’ingiustizia, evitiamo la rivincita, la vendetta e l’odio, e preghiamo per i persecutori”. “Affidiamo a Dio tutte queste avversità per raggiungere la libertà e la pace spirituale”, ha aggiunto.

Parlando in francese il Papa ha invece sottolineato che l’amore di cui parla Dio verso il prossimo “è capace di cambiare l’ordine del mondo rifiutando le falsità e gli idoli che ci vengono proposti”.

In spagnolo ha quindi rivolto un pensiero al popolo colombiano e alle iniziative promosse per ricordare la visita 25 anni fa di Giovanni Paolo II in Colombia. In particolare, Benedetto XVI ha invitato il popolo della Colombia a cercare di costruire “fraternità e concordia tra le persone senza eccezioni”.

In italiano, il saluto è andato ai fedeli venuti da Poggiomarino, Modica, Cento di Ferrara e dalla parrocchia di Sant’Igino Papa in Roma, come pure alla Fondazione Petroniana di Bologna. E in particolare, alle Figlie di San Camillo, nel centenario della nascita al Cielo della loro Fondatrice, la Beata Giuseppina Vannini.

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ZENIT Staff

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