Card. Bagnasco: la Chiesa è credibile se trasparente nell'uso del denaro

Si è aperto a Roma il convegno degli incaricati diocesani per il “Sovvenire”

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ROMA, martedì, 15 febbraio 2011 (ZENIT.org).- Il sistema di sostegno economico alla Chiesa cattolica deve fondarsi su due pilastri: la “corresponsabilità”, che alimenta il senso di appartenenza alla Chiesa come “casa e scuola di comunione”; e la “trasparenza”, come “condizione imprescindibile e necessaria”. 

Lo ha affermato questo martedì il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), nell’aprire a Roma il XVI Convegno nazionale degli incaricati diocesani voluto per iniziativa del Servizio CEI per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica.

Prima dell’Accordo di revisione del Concordato firmato tra Stato italiano e la Chiesa cattolica nel 1984, le fonti di finanziamento per la Chiesa in Italia erano le offerte libere (e non deducibili) dei fedeli e il finanziamento diretto da parte dello Stato, attraverso gli stipendi versati solo ad alcuni sacerdoti (come i cappellani degli ospedali e gli insegnanti di religione) oppure le congrue a Vescovi, parroci e canonici.

Con la legge 222 del 20 maggio 1985 è stata abolita la congrua, mentre nel 1989 sono cessati per sempre i finanziamenti diretti da parte dello Stato ed è stato creata presso la Segreteria Generale della CEI come struttura di supporto operativo ed esecutivo il Servizio per la promozione del sostegno economico, cui fa riferimento la cosiddetta rete del Sovvenire diffusa in tutte le 227 diocesi italiane.

Nel 1990 sono state quindi introdotte due nuove forme di sostegno economico: la destinazione dell’otto per mille dell’Irpef e le offerte per il sostentamento del clero, deducibili dal proprio reddito complessivo ai fini del calcolo dell’Irpef.

I criteri di riferimento e le modalità utilizzate dal Servizio per l’azione di sensibilizzazione sono contenute nel documento dei Vescovi italiani “Sovvenire alle necessità della Chiesa. Corresponsabilità e partecipazione dei fedeli”, approvato nella XXX Assemblea Generale Straordinaria dell’episcopato italiano (novembre 1988).

A 27 anni dalla riforma concordataria, che innegabilmente ha segnato i rapporti tra Chiesa cattolica e Stato italiano, ha notato l’Arcivescovo di Genova, il nuovo sistema di sostegno economico riflette una precisa idea di Chiesa, radicata nel messaggio evangelico e fedele agli insegnamenti del Concilio Vaticano II: “il principio della Chiesa come mistero di comunione”.

Per questo, ha aggiunto il porporato, “la corresponsabilità deve diventare lo stile attraverso il quale tutti i fedeli, laici, persone consacrate, sacerdoti, si sentono membri della propria comunità e per questo contribuiscono attivamente a fare la loro parte per costruirla, anche mettendo a disposizione i loro beni in base alle effettive possibilità”.

“Tutti – ha detto – siamo protagonisti attivi di un mistero di amore che scaturisce dalla comunione stessa che è Dio e si fa presente dentro la storia dell’uomo proprio attraverso le nostre persone concrete, chiamate con la loro responsabilità diretta e coinvolta a realizzare e testimoniare un modo sempre nuovo e bello di vivere la vita: la comunione fraterna che è la Chiesa”.

L’altro binario su cui deve snodarsi il cammino del “Sovvenire” è però la trasparenza: “Oggi più che mai una limpida trasparenza, soprattutto nell’uso del denaro è condizione imprescindibile per la credibilità generale della Chiesa e per la realizzazione fruttuosa della sua missione nel mondo”.

“Quando si parla di trasparenza – ha continuato –, non si intende tanto sottolineare l’onestà e la correttezza, che all’interno della Chiesa si devono dare per scontate, ma pure una gestione lineare e da tutti verificabile dei beni, ricordando che la dimensione economica è tra le più delicate e incidenti sul vivere e sul sentire degli uomini”.

A questo proposito ha aggiunto che “il successo delle vie concrete di aiuto economico alla Chiesa, la firma per la destinazione dell’ ‘otto per mille’ e le offerte per il sostentamento del clero fiscalmente deducibili, dipende in modo vitale dall’effettiva trasparenza della gestione delle risorse che si ricevono in dono”. A questo proposito durante il convegno in corso fino al 18 febbraio verrà presentato, tra l’altro, un “libro bianco” sull’otto per mille, che sarà consultabile in Internet (www.chiediloaloro.it).

“La trasparenza dell’operare – ha sottolineato – è saldamente legata alla fedeltà della Chiesa alla sua natura e alla sua identità, alla vocazione ricevuta e alla missione evangelizzatrice”.

Rilanciando infine la sfida educativa proposta dai Vescovi italiani, il porporato ha fatto appello a “una nuova stagione del ‘Sovvenire’” come grande occasione formativa per far crescere il senso vero di una Chiesa che “educa e sostiene cristiani maturi nella fede, impegna a una testimonianza coerente e generosa”.

 

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ZENIT Staff

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