ROMA, venerdì, 23 luglio 2010 (ZENIT.org).- “Creare lo scandalo”, “diffamare tutti i sacerdoti”, “screditare la Chiesa”: sono queste secondo il Vicariato di Roma le finalità del lungo articolo dal titolo “Le notti brave dei preti gay” pubblicato dalla rivista Panorama nel numero di questo venerdì 23 luglio.
“I fatti raccontati – continua la nota – non possono non suscitare dolore e sconcerto nella comunità ecclesiale di Roma, che conosce da vicino i suoi sacerdoti non dalla ‘doppia vita’, ma con una ‘vita sola’, felice e gioiosa, coerente alla vocazione, donata a Dio e a servizio della gente, impegnata a vivere e testimoniare il Vangelo e modello di moralità per tutti”.
“Questi sono gli oltre 1.300 sacerdoti delle 336 nostre parrocchie – si legge poi –, degli oratori, delle molteplici opere di carità, degli istituti di vita consacrata e delle altre realtà ecclesiali operanti nelle università, nel mondo della cultura, negli ospedali e sulle frontiere della povertà e del degrado umano, non solo nella nostra città ma anche in terre lontane e in condizioni assai disagiate”.
“Chi conosce la Chiesa di Roma – dove vivono anche molte centinaia di altri preti provenienti da tutto il mondo per studiare nelle università, ma che non sono del clero romano né impegnati nella pastorale – non si ritrova minimamente nel comportamento di costoro dalla ‘doppia vita’, che non hanno capito che cosa è il ‘sacerdozio cattolico’ e non dovevano diventare preti”.
“Sappiano che nessuno li costringe a rimanere preti, sfruttandone solo i benefici – sottolinea il Vicariato di Roma –. Coerenza vorrebbe che venissero allo scoperto. Non vogliamo loro del male ma non possiamo accettare che a causa dei loro comportamenti sia infangata la onorabilità di tutti gli altri”.
“Dinanzi a simili fatti – conclude la nota – aderiamo con convinzione a ciò che il Santo Padre Benedetto XVI ha ripetuto più volte negli ultimi mesi: ‘i peccati dei sacerdoti’ ci richiamano tutti alla conversione del cuore e della vita e ad essere vigilanti a non ‘inquinare la fede e la vita cristiana, intaccando l’integrità della Chiesa, indebolendo la sua capacità di profezia e di testimonianza, appannando la bellezza del suo volto’”.