NAIROBI, venerdì, 23 luglio 2010 (ZENIT.org).- La Chiesa in Kenya continua a difendere la vita e a lottare contro l'aborto, soprattutto in vista del referendum sulla Costituzione previsto per il prossimo 4 agosto.

La Costituzione proposta potrebbe aprire le porte a una legislazione più permissiva sull'aborto, che attualmente è illegale nel Paese, e al riconoscimento di tribunali musulmani.

Nel dibattito attuale aperto nel Paese sul progetto di Costituzione, la Chiesa sta avvertendo seriamente su alcune clausole, come quelle collegate ai limiti dell'aborto e all'inclusione dei Tribunali Islamici Kadhi, e sta esortando i fedeli a votare contro il documento proposto.

In questo senso, l'11 luglio scorso, la Commissione Giustizia e Pace ha organizzato nella Basilica della Sacra Famiglia di Nairobi l'incontro “L'aborto e i suoi effetti” per informare sul progetto di Costituzione e sull'atteggimento della Chiesa, ha reso noto l'agenzia CISA.

Durante l'incontro, il ginecologo Ngatia Njogu, che opera in uno dei maggiori ospedali dell'Africa orientale, il Kenyatta National Hospital, ha sottolineato la necessità che la Chiesa esprima la sua preoccupazione per le questioni relative alla vita umana, dicendo che la Chiesa non è fuori luogo quando leva la voce contro l'aborto, perché si tratta di una questione innanzitutto morale.

Ngatia Njogu ha chiesto che la Chiesa continui a rifiutare alcune parti della Costituzione proposta per il Paese che intaccano i diritti delle persone.

Il medico ha rimarcato che la Chiese deve porsi all'avanguardia nell'educazione delle persone in questioni collegate al carattere sacro della vita umana, in particolare formando i giovani sull'aborto e sui suoi effetti negativi.

“Dobbiamo istituire aree urgenti di intervento nei possibili casi di aborto – ha detto il ginecologo –. Dobbiamo offrire migliori opzioni a quanti pensano di abortire, ad esempio garantendo loro una cura in un centro durante e dopo la gravidanza”.

Ha anche apprezzato l'operato della Chiesa cattolica in questa direzione, come quello svolto nell'Ospedale Jamaa di Nairobi, dove le ragazze possono portare avanti la gravidanza fino alla fine e dare alla luce i propri bambini.

Nell'incontro, anche il professor Kihumbu Thairu, vicecancelliere dell'Università PCEA, ha esortato la Chiesa a continuare a preoccuparsi per le questioni collegate alle implicazioni morali del progetto di Costituzione per il popolo del Kenya, e ha dichiarato che la rettitudine morale della gente conta più delle “buone leggi”.

Governo statunitense

In questo contesto, tre membri repubblicani del Congresso degli Stati Uniti hanno accusato l'Amministrazione Obama di utilizzare denaro destinato all'educazione civica in Kenya per sostenere il progetto di Costituzione.

Secondo quanto riferito dall'Associated Press, un'indagine sui fondi di sostegno del Governo statunitense alla riforma costituzionale del Kenya mostra varie sovvenzioni di sostegno al “sì” nella campagna referendaria.

L'ambasciata degli Stati Uniti in Kenya ha annunciato venerdì che quelle sovvenzioni, in concreto nove, sono state sospese.