Compendio della Lettera di Benedetto XVI alla Chiesa in Cina

Disponibile sul sito della Santa Sede in cinese e inglese

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 24 maggio 2009 (ZENIT.org).- A due anni dalla pubblicazione della Lettera ai cattolici cinesi, Benedetto XVI ha approvato un suo “Compendio” disponibile da questa domenica sul sito della Santa Sede nelle lingue cinese, in caratteri semplificati e tradizionali, e inglese.

Il documento, fortemente voluto dal Cardinale Joseph Zen, già Vescovo di Hong Kong, e che riassume il testo del 2007, conferma l’attenzione e la costante sollecitudine della Santa Sede per la Chiesa in Cina, e attraverso domande e risposte permette di focalizzare meglio alcune delicate questioni ribadendo la fiducia del Papa ai Vescovi, al clero, ai religiosi e ai laici cattolici.

“L’utilità della Lettera – sottolinea un comunicato della Segreteria di Stato – è confermata dalla grande e favorevole accoglienza che è stata a essa riservata da parte dei cattolici cinesi che hanno potuto conoscerla”.

“Dalle informazioni, che giungono dalla Cina – continua il comunicato –, risulta che il documento pontificio ha dato origine non soltanto a incontri di studio per approfondire il contenuto ma anche a molte iniziative di carattere pastorale: esso sta diventando un sicuro punto di riferimento per la soluzione dei vari problemi che la comunità cattolica si trova ad affrontare sul piano sia dottrinale sia pratico e disciplinare”.

Il testo ripropone fedelmente, nella struttura e nel linguaggio, i contenuti della Lettera, riportandone ampi estratti.

“Esso, con l’aggiunta di alcune note a pie’ di pagina e di due brevi Appendici – si legge di seguito –, si presenta come un autorevole strumento che può favorire una conoscenza più approfondita del pensiero di Sua Santità su alcuni punti particolarmente delicati”.

Nel commentare l’iniziativa, padre Bernardo Cervellera, esperto sinologo e Direttore dell’agenzia “AsiaNews”, ha scritto che dopo la pubblicazione della Lettera di Benedetto XVI diversi cattolici in Cina e all’estero pensano che sia necessario rapportarsi con l’Associazione Patriottica (Ap) – l’organismo istituito dal regime maoista nel 1957 con lo scopo di creare una Chiesa nazionale indipendente dalla Sede apostolica – come un “male minore” e dichiarano “esaurito” il periodo della Chiesa sotterranea, che rifiuta ogni collaborazione con l’Ap.

Il Governo cinese permette infatti la pratica religiosa nel suo Paese solo con personale riconosciuto e in luoghi registrati presso l’Ufficio per gli Affari Religiosi e sotto il controllo dell’Associazione Patriottica. Per questo si parla della differenza tra una Chiesa “ufficiale” o “patriottica” e i fedeli che cercano di sottrarsi al suddetto controllo per obbedire direttamente al Papa, formando la Chiesa “non ufficiale” o “clandestina”.

Inoltre, dopo la pubblicazione della Lettera, continua padre Cervellera, “alcuni Vescovi sotterranei hanno cercato di farsi riconoscere dal governo, rifiutandosi di iscriversi all’Ap. Ma il governo non ha accettato ed essi rimangono ancora dei vescovi illegali e passibili di prigione”.

“La Lettera del Papa – inoltre – non ha potuto essere distribuita con facilità in Cina: l’Ap ne ha proibito la diffusione e i siti web che la riportavano hanno dovuto cancellarla. Alcuni sacerdoti che l’avevano distribuita sono stati arrestati. La Lettera in versione integrale, riportata sul nuovo sito web cinese della Santa Sede, è inaccessibile in Cina”.

Tra i frutti del documento papale, il sacerdote indica comunque una “maggiore unità e collaborazione fra cattolici ufficiali e non ufficiali”: “diversi Vescovi sotterranei hanno cominciato a collaborare per una pastorale comune con i Vescovi ufficiali, ma a causa di questo sono incorsi nella persecuzione”.

“In questi mesi – racconta – i Vescovi riconosciuti dal governo sono stati chiamati molte volte a subire per settimane e perfino per mesi sessioni politiche sul valore della politica religiosa del Partito comunista cinese”.

“I Vescovi sotterranei – ricorda poi – rimangono per la maggior parte agli arresti domiciliari”, mentre “tre Vescovi sotterranei sono invece scomparsi nelle mani della polizia”: mons. Giacomo Su Zhimin (diocesi di Baoding, Hebei), 75 anni, arrestato e scomparso dal 1996; mons. Cosma Shi Enxiang (diocesi di Yixian, Hebei), 86 anni, arrestato e scomparso il 13 aprile 2001; mons. Giulio Jia Zhiguo, scomparso per l’ennesima volta il 30 marzo scorso.

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ZENIT Staff

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