GERUSALEMME, lunedì, 18 maggio 2009 (ZENIT.org).- Più di 7.000 giovani europei, insieme ad altri giunti dall'Australia e da Puerto Rico, hanno partecipato questo sabato pomeriggio a una festa vocazionale sulla Montagna delle Beatitudini, in Galilea, che il Cammino Neocatecumenale ha celebrato al termine della visita di Benedetto XVI.

“I più numerosi sono stati gli italiani e gli spagnoli, che, come gli altri giovani, hanno peregrinato per più di una settimana in Terra Santa per accompagnare Benedetto XVI” in uno dei viaggi più importanti del suo pontificato, ha spiegato a ZENIT Álvaro de Juana, uno degli incaricati del coordinamento delle informazioni del Cammino Neocatecumenale.

L'incontro vocazionale è stato presieduto dall'Arcivescovo della Galilea di rito greco-melchita, monsignor Elías Chacour, accompagnato da vari Patriarchi di altri riti cattolici e da alcuni parroci della Galilea. Ha anche contato sulla presenza dei responsabili di questa iniziazione cristiana per adulti, gli spagnoli Kiko Argüello e Carmen Hernández e il sacerdote italiano Mario Pezzi, e su quella degli ambasciatori di Italia, Polonia, Croazia, Albania e Malta, tra le altre personalità.

Alla celebrazione ha anche partecipato l'Arcivescovo di Maracaibo (Venezuela), monsignor Ubaldo Ramón Santana, che ha accompagnato delle comunità che hanno terminato il Cammino e hanno rinnovato le promesse battesimali.

Hanno partecipato anche le comunità neocatecumenali di Israele e le Suore dell'Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento, che hanno voluto vivere l'incontro vocazionale celebrato accanto alla Domus Galilaeae, la Casa di ritiri e studi inaugurata da Giovanni Paolo II nel 2000, che accoglie i membri delle comunità che hanno terminato il Cammino Neocatecumenale.

Nell'incontro si poteva anche ammirare la pietra che Benedetto XVI ha benedetto per il Parco che verrà costruito in memoria di Giovanni Paolo II sulla Montagna delle Beatitudini, nel luogo in cui il Pontefice presiedette un'affollatissima Eucaristia con migliaia di giovani durante il suo viaggio in Terra Santa per il Giubileo del 2000.

“Dopo l'annuncio del Kerygma – la Buona Novella di Cristo morto e risorto – da parte di Kiko Argüello, l'Arcivescovo della Galilea ha esortato i pellegrini a evangelizzare e a portare a tutto il mondo il messaggio di Cristo”, ha spiegato de Juana.

“Il momento più importante ed emotivo – ha riconosciuto – è stato senz'altro il 'sì' al Signore che 400 giovani hanno dato per offrire la propria vita a Cristo come sacerdoti e la disponibilità di 200 ragazze alla vita consacrata; chiamata che ognuno di loro dovrà discernere a partire da ora”.