Intervento della Santa Sede sulla non proliferazione delle armi nucleari

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 7 maggio 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo l’intervento pronunciato il 5 maggio dall’Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, alla terza e ultima sessione del Comitato preparatorio dell’ottava conferenza di revisione del Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari in corso a New York dal 4 al 15 maggio 2009.

 

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Signor presidente,

mi permetta di congratularmi con lei per la sua elezione a presidente della terza sessione del Comitato preparatorio per la conferenza  di revisione del Trattato sulla non proliferazione nucleare che si svolgerà nel 2010.

Dopo quarant’anni di esistenza e di buon servizio alla comunità internazionale, il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (Tnp) è ancora una pietra d’angolo dei regimi di disarmo nucleare e di non proliferazione nonché lo strumento chiave per rafforzare la pace e la sicurezza internazionali. La Santa Sede riafferma il proprio sostegno forte  e costante al Trattato ed esorta a una sua adesione universale e piena e  alla sua osservanza.

Lo scorso anno è stato celebrato il quarantesimo anniversario del Trattato. Purtroppo, oggi constatiamo che nel mondo esistono più di 26.000 testate nucleari e che alcune nazioni anelano ancora a entrare nel «club nucleare», nonostante gli obblighi legalmente vincolanti nei settori del disarmo e della non proliferazione. Alla luce di questo, la validità e l’importanza del Trattato sono un’esortazione urgente a tutti gli Stati affinché uniscano i propri sforzi per l’ottenimento di un mondo privo di armi nucleari.

Dopo molti anni di stallo e perfino di regresso notiamo con soddisfazione alcuni segnali positivi della volontà di mettere di nuovo il disarmo nucleare al centro del dibattito internazionale su pace e sicurezza. Le numerose iniziative prese dai Governi, dalle organizzazioni internazionali e dalla società civile rappresentano un passo nella giusta direzione. La mia delegazione loda le politiche nazionali  e gli accordi bilaterali volti a ridurre gli arsenali nucleari e attende con ansia  di assistere ai progressi nell’affrontare questioni  legate alle armi nucleari e ai sistemi di utilizzo di tali armi. Le varie iniziative  prese e le posizioni assunte negli ultimi mesi sono passi incoraggianti  che suscitano una rinnovata speranza nel fatto che sia raggiungibile l’obiettivo di un mondo privo di armi nucleari. Tuttavia,  fin quando esisteranno armi nucleari l’umanità correrà sempre il pericolo che vengano utilizzate o che cadano nelle mani di terroristi, minacciando  la pace e  la sicurezza  e perfino l’esistenza umana stessa.

La Santa Sede sottolinea la necessità di passi concreti, trasparenti e convincenti nei settori del disarmo e della non proliferazione sotto la guida  dei principi del Tnp. Con questo nuovo slancio, la Santa Sede è convinta che nel breve periodo potrebbero essere raggiunti cinque obiettivi:

L’entrata in vigore del Ctbt (Trattato di interdizione degli esperimenti nucleari) è essenziale e possibile se gli Stati  onorano seriamente l’impegno per un mondo privo dalle armi nucleari.

L’immediato inizio  dei negoziati per un Trattato per  l’eliminazione di materiale fissile è atteso ormai da troppo tempo.

Gli Stati che possiedono armi nucleari devono interpretare le proprie dottrine militari in modo da escludere l’uso delle stesse.

L’uso pacifico  di energia nucleare dovrebbe essere sottoposto allo stretto controllo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea). In questo settore tutti i Paesi dovrebbero aderire agli strumenti preposti. La parte di non proliferazione dello Tnp dovrebbe essere rafforzata aumentando il potere dell’Aiea e  migliorando ulteriormente il suo sistema di vigilanza.

Dato il bisogno crescente di energia, è imperativo trovare soluzioni comuni e strutture internazionali per la produzione di carburante nucleare. In quest’area, l’Aiea dovrebbe svolgere un ruolo guida per garantire incolumità, sicurezza ed equo accesso a tutti.

Tutte queste misure sono necessarie per promuovere  fiducia, trasparenza e autentica cooperazione fra nazioni e regioni. Le zone prive di armi nucleari sono il migliore esempio di questa fiducia e  affermano che la pace e la sicurezza sono possibili senza il possesso di armi nucleari. La Santa Sede quindi esorta tutti gli Stati che le possiedono  a  svolgere un coraggioso ruolo guida e ad assumersi la responsabilità politica di tutelare l’integrità stessa del Tnp e di creare un clima di fiducia, trasparenza e autentica cooperazione, tenendo conto della concreta realizzazione di una cultura  di vita e di pace. Per dare alle priorità e alle gerarchie di valori  la loro giusta collocazione, è necessario un maggiore sforzo comune  per mobilitare  le risorse verso uno sviluppo etico, culturale ed economico cosicché l’umanità possa abbandonare la corsa agli armamenti.

Il disarmo nucleare, la non proliferazione nuclare e l’uso pacifico della tecnologia nucleare sono tre pilastri che si consolidano reciprocamente. È necessario un progresso urgente e irreversibile su tutti i fronti. L’odierna crescente espansione di programmi di energia nucleare per uso civile pone nuove potenziali sfide al regime di non proliferazione. Tuttavia, senza passi seri e concreti verso il disarmo, il pilastro della non proliferazione si indebolirà ulteriormente.

Signor presidente, mentre  ci prepariamo per la conferenza di revisione del Tnp del 2010,  la Santa Sede  lancia un appello affinché le questioni difficili e complesse della conferenza di revisione vengano affrontate in modo imparziale. Al contempo, la mia delegazione le assicura sostegno pieno ai suoi sforzi per un risultato positivo di questa sessione.

[Traduzione del testo in inglese a cura de L’Osservatore Romano]

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ZENIT Staff

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