Padre Gumpel: Pio XII fu decisivo nella preparazione del Vaticano II

In occasione della dedicazione di una biblioteca a Papa Pacelli

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di Antonio Gaspari

ROMA, mercoledì, 29 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Lunedì 27 ottobre, monsignor Luigi De Magistris, già Pro-Penitenziere Maggiore, e il Rettore dell’Università Europea di Roma (UER), padre Paolo Scarafoni, hanno scoperto la iscrizione che dedica la Biblioteca della UER e dell’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” (APRA) al Pontefice Pio XII.

Grazie a padre Paolo Molinari S.J., postulatore della causa di beatificazione di Pio XII, la Biblioteca disporrà di alcune reliquie dell’amato Pontefice, quali una talare, la lampada che illuminava la sua scrivania, il copri macchina da scrivere e alcuni appunti autentici di Pacelli quando studiava teologia.

Nel corso della conferenza che è seguita, padre Paolo Scarafoni ha spiegato che la Legione di Cristo deve molto a Pio XII, il Pontefice che per primo nel 1946 ricevette e incoraggiò il fondatore di questa Congregazione religiosa.

Fu sempre Pio XII a mettere i Legionari di Cristo sotto la cura e le attenzioni di Giovan Battista Montini, il quale li aiutò a scrivere le costituzioni e a trovare il denaro necessario per costruire la prima scuola in Messico.

“Senza questi aiuti forse la Legione non sarebbe potuta nascere”, ha commentato il Rettore della UER, ricordando ai presenti le foto di Pio XII con il fondatore ed i primi Legionari di Cristo.

Presentati da monsignor Giuseppe Sciacca, uno dei ventuno Prelati uditori di nomina pontificia, cioè i veri giudici della Rota Romana, sono intervenuti padre Paolo Molinari, e padre Peter Gumpel, S.J.,  il relatore della causa di beatificazione di Pio XII.

Padre Gumpel ha spiegato perché, come e quanto il Pontefice Pio XII fu decisivo nella preparazione del Concilio Vaticano II.

L’esperto padre gesuita ha illustrato come a causa delle vicende politiche e della guerra che i piemontesi scatenarono contro il Vaticano, Papa Pio IX non riuscì a concludere il Concilio Vaticano I.

Allora si riuscì a discutere di quelle che erano le eresie del tempo e cioè: materialismo, ateismo, razionalismo, fideismo e panteismo, ma non si riuscì a precisare tutto quanto si riferiva al rapporto tra i Vescovi e il Romano Pontefice, e tra il clero, i laici e il Papa.

Per questo motivo tutti i Pontefici che succedettero a Pio IX sapevano che si sarebbe dovuto indire un secondo Concilio Ecumenico.

Per motivi contingenti e di opportunità, nessuno tra Leone XIII, San Pio X e Benedetto XV prese sul serio l’impegno di organizzare un secondo Concilio.

Fu il Papa Pio XI il primo a prendere in considerazione la cosa, e Pio XII organizzò segretamente tutto quanto era necessario in termini di agenda e di progetti di lavoro per il Concilio.

Papa Pacelli – ha fatto notare padre Gumpel – aveva colto perfettamente quali erano i problemi da risolvere, dove la Chiesa aveva bisogno di rinnovamento per affrontare con successo le sfide della modernità, ma era troppo anziano e malato per gestire un Concilio e soprattutto era convinto che si sarebbe dovuto fare un lungo e meditato lavoro di preparazione del clero e dei laici.

Il beato Giovanni XXIII, convinto invece che il Concilio si potesse risolvere in poche settimane, aprì i lavori giovedì, 11 ottobre 1962, ma molte cose non andarono nel verso auspicato.

Padre Gumpel ha raccontato che gli schemi preparatori di Pio XII vennero buttati via perché una certa ideologia antiromana si opponeva a quanto scritto e fatto nella capitale. Tuttavia i documenti del Concilio riportano come fonte più citata proprio le encicliche e i discorsi di Pio XII.

Nonostante i tanti problemi, il Pontefice Paolo VI riuscì a respingere i tentativi che avrebbero indebolito l’autorità del Vescovo di Roma e permesso la diffusione di pillole contraccettive.

La coerenza di Papa Paolo VI fu criticata, per questo motivo il Pontefice parlò gravemente il 29 giugno 1972, dicendo che “da qualche fessura” era “entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio”.

Padre Paolo Molinari ha invece spiegato l’importanza dell’enciclica di Pio XII Mystici Corporis Christi, soprattutto per la Costituzione Conciliare Lumen Gentium del 21 novembre 1964.

Pubblicata il 29 giugno del 1943, quando ancora infuriava la Seconda Guerra Mondiale, la Mystici Corporis Christi era rivolta a tutto l’episcopato, il clero e il popolo cristiano, con il fine di spiegare l’unione dei fedeli con il divino Redentore nello stesso Corpo.

Riprendendo l’intuizione di San Paolo secondo cui “la dottrina sul Corpo mistico di Cristo è la Chiesa” (cfr. Col. I, 24), il Pontefice Pio XII spiega che si tratta della dottrina attinta originariamente al labbro stesso del Redentore e che pone nella vera luce il gran bene, mai abbastanza esaltato, della nostra strettissima unione con Cristo.

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ZENIT Staff

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