CITTA' DEL VATICANO, martedì, 28 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso per festa di Diwali, conosciuta come Deepavali ossia "fila di lampade ad olio", che quest’anno sarà celebrata da molti hindi il 28 ottobre.
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Cari amici indù,
1. In occasione della celebrazione del Diwali, la festa della luce, sono lieto di inviare a voi ed alle vostre comunità i più sentiti auguri da parte del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
2. E’ tradizione, in questa circostanza, condividere una riflessione su un argomento di comune interesse. Vorrei quindi proporre di considerare insieme come possiamo vivere in armonia nell’odierna società, rendendo testimonianza alla verità, alla luce ed alla speranza celebrate dal Diwali. Mentre le religioni sono spesso accusate di essere responsabili dei mali della società, noi sappiamo che è piuttosto la strumentalizzazione della religione che, contrariamente alle sue convinzioni fondamentali, viene utilizzata per compiere tante forme di violenza.
3. A tal riguardo, Sua Santità il Papa Benedetto XVI ha detto: "Nel mondo c’è troppa violenza, troppa ingiustizia, e dunque non si può superare questa situazione se non contrapponendo un di più di amore, un di più di bontà", ed ha aggiunto "questo ‘di più’ viene da Dio: è la sua misericordia … che sola può ‘sbilanciare’ il mondo dal male verso il bene, a partire da quel piccolo e decisivo ‘mondo’ che è il cuore dell’uomo" (Angelus, 18 febbraio 2007). Per i cristiani, nel Discorso della Montagna Gesù ha esortato i suoi discepoli ad amare i propri nemici, a pregare per coloro che li odiano, a fare il bene a quelli che li maltrattano, a percorrere un miglio in più con chi li ostacola (cfr. Mt. 5).
4. Nella tradizione indù, la non-violenza è uno degli insegnamenti più importanti. Il Mahatma Gandhi, il Padre della nazione indiana, è rispettato e tenuto in alta considerazione in tutto il mondo, da persone di diverse generazioni, a motivo della sua totale dedizione al servizio dell’umanità. Nel corso della sua lotta per la libertà, egli si rese conto che applicando il principio "occhio per occhio", "tutto il mondo diventa cieco". In tutta la sua vita egli sviluppò, tra gli altri, il concetto di Ahimsa (non-violenza). Egli è un modello di non-violenza ed è stato una guida con l’esempio fino al punto di sacrificare la propria vita per il suo rifiuto di impegnarsi nella violenza.
5. La non-violenza non è solo un espediente tattico ma è l’atteggiamento di colui che, come ha detto il Papa, "è così convinto dell’amore di Dio e della sua potenza" (ibid.) che non teme di affrontare il male con le sole armi dell’amore e della verità. L’amore per i propri nemici è la rivoluzione dell’amore, un amore che fondamentalmente non dipende dalle capacità umane ma è un dono di Dio.
6. La non-violenza è incoraggiata da tante altre religioni. La non-violenza è centrale nelle nostre credenze come modo per promuovere la verità, la luce, il rispetto reciproco, la libertà e l’armonia. In quanto leaders religiosi, chiamati ad affermare la verità che si trova nelle nostre rispettive religioni, adoperiamoci per incoraggiare la non-violenza fra i nostri seguaci e sostenerla nelle loro azioni. Facciamo tutto il possibile per promuovere la sacralità della vita umana, il bene dei poveri e dei deboli in mezzo a noi e per collaborare, attraverso il dialogo, perché sia rispettata la dignità di ogni essere umano senza distinzioni di razza o casta, credo o classe. Indù e cristiani, soprattutto nella presente situazione, lasciamoci vincere dall’amore senza riserve, con la convinzione che la non-violenza è l’unica via per costruire una società globale più compassionevole, più giusta e più attenta ai bisognosi. E’ la nostra speranza e la nostra preghiera!
7. Ancora una volta, desidero augurarvi pace e gioia mentre vi riunite con i vostri cari e la vostra comunità per celebrare il dono della Luce che illumina ogni cuore. Felice Diwali!
Jean-Louis Cardinale Tauran
Presidente
Arcivescovo Pier Luigi Celata
Segretario