Portavoce vaticano: allarme per la caccia ai cristiani in Iraq e India

“Un caso di emergenza gravissima”

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 26 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Il portavoce della Santa Sede ha lanciato un grido di allarme di fronte alla persecuzione anticristiana in atto in Iraq e India.

Padre Federico Lombardi S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, nell’ultimo editoriale di Octava Dies, il settimanale del Centro Televisivo Vaticano, da lui diretto, ha parlato di “un caso di emergenza gravissima, che richiama l’attenzione e la solidarietà della Chiesa intera”

“Evidentemente – ha detto il gesuita – è tutto il popolo iracheno e non solo le comunità cristiane a soffrire le conseguenze di decenni di regime oppressivo, di una guerra infausta e del disordine politico e sociale che ne è seguito, ma le antichissime comunità cristiane del paese sono sottoposte ora ad una pressione sistematica ed intenzionale, in una sequenza impressionante di violenze e minacce”.

“Il caso di Mossul nelle settimane scorse è diventato paradigmatico – ha aggiunto -. La documentazione citata da istituzioni umanitarie ed agenzie di stampa indipendenti dimostra che l’azione di minaccia da parte di gruppi islamici estremisti è condotta strada per strada, casa per casa”.

Spesso, ha aggiunto padre Lombardi, vengono lanciati messaggi minatori di questo tipo: “devi lasciare la tua casa e partire dalla zona in 24 ore, altrimenti sarai punito e castigato giustamente e sarai ucciso come la nostra religione islamica ha comandato di fare con quelli che come te venerano la croce”.

“Occorre assolutamente che i gruppi fanatici fondamentalisti vengano combattuti con decisione”, ha incoraggiato.

“Occorre che tutti gli uomini di pace, anche nel mondo musulmano, si oppongano con forza e chiarezza a questa orribile violenza contro i diritti fondamentali della persona”.

“Ci auguriamo – ha poi concluso – che le iniziative di dialogo con il mondo musulmano, nella scia aperta da Giovanni Paolo II e continuata da Benedetto XVI, contribuiscano ad affermare sempre più decisamente che nel nome di Dio non si può uccidere e odiare, ma sempre amare e rispettare ogni persona umana”.

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ZENIT Staff

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