Più che “professionisti”, “amatori” della Scrittura

Afferma il Cardinale Godfried Danneels, Primate del Belgio

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ROMA, venerdì, 24 ottobre 2008 (ZENIT.org).- I cristiani non devono diventare “professionisti” ma “amatori” della Sacra Scrittura, o meglio ancora “dilettanti, nel senso di quelli che si dilettano”, afferma il Cardinale Godfried Danneels.

E’ quanto sostiene il 75enne Arcivescovo di Mechelen-Brussel e  Presidente della Conferenza Episcopale del Belgio, in una intervista concessa alla rivista “30Giorni”, nella quale ha parlato principalmente del tema al centro del Sinodo dei Vescovi.

“La Bibbia – ha detto il porporato –, la Sacra Scrittura non è un testo. È la Parola viva che è stata pronunciata in Gesù, e che continua a essere pronunciata in Gesù da Dio. Dunque è il contatto, l’incontro con una persona che è viva, che continua a essere presente e a rivelarsi operando”.

Ancora di più, “la Sacra Scrittura è il racconto della storia di Dio con gli uomini. Rivela cosa Dio vuole riguardo agli uomini. E questo, Dio non lo esprime per concetti, per filosofie, per pensieri, ma per fatti. In questi fatti è la rivelazione di Dio”.

“Questo è il metodo con cui Dio entra nella storia umana con tutte le imperfezioni, le avventure, le tragedie, ma anche le buone cose che ci sono nel cuore degli uomini – ha sottolineato –. È l’immensa umiliazione di Dio per adattarsi a noi”.

Il Primate del Belgio ha quindi aggiunto che “la Scrittura è forse il luogo dove è possibile a tutti percepire e porsi con tutta semplicità davanti al mistero dell’incarnazione del Verbo divino”, perché “ne rappresenta la manifestazione più semplice”.

Secondo il porporato, tuttavia, la lettura della Sacra Scrittura non è di per sé la sorgente dell’inizio della fede, anche se “il contatto con la Parola viva e soprattutto predicata può essere normalmente l’occasione per l’inizio della fede. Lì passa qualcosa tra Dio e me. La Parola non scritta, ma predicata e confessata”.

Tuttavia, ha spiegato, “non si è cristiani per le conclusioni di un ragionamento esatto, per una dimostrazione di verità”.

“Questo vale anche per la Bibbia – ha precisato –. Lo scopo della Bibbia non è innanzitutto quello di fornire istruzioni e informazioni. Ma raccontare i continui ricominciamenti, le continue riprese della pazienza di Dio con noi uomini”.

“La Parola di Dio è tutta imballata nella dolcezza, nella tenerezza, nell’umiltà”, ha detto Cardinale Godfried Danneels, se “gli uomini non la ‘scartano’, e non scoprono la promessa che contiene […] la lasciano lì, chiusa in sé stessa”.

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ZENIT Staff

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