CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 24 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Un appello “per favorire ovunque la pace nella libertà, nella verità e nell’amore” è stato lanciato questo venerdì dai Patriarchi e Arcivescovi cattolici dell’Oriente che partecipano al Sinodo dei Vescovi sulla Parola, in svolgimento fino a questa domenica.
Il testo è firmato, tra gli altri, dai Cardinali Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, dai presidenti delegati George Pell (Sydney), Odilo Pedro Scherer (San Paolo), Nikola Eterović, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, e dai Patriarchi di Antiochia dei Maroniti, Babilonia dei Caldei, Alessandria dei Copti, Antiochia dei Greco-Melkiti, Cilicia degli Armeni, Gerusalemme dei Latini.
Gli autori del messaggio esprimono in primo luogo “profonda riconoscenza al Papa per avere sempre prontamente e instancabilmente elevato la supplica a Dio e la voce in favore dei fratelli e delle sorelle dell’Oriente”.
“Sul Suo esempio, anche noi, come discepoli di Cristo, padri e capi delle Chiese Orientali Cattoliche, rinnoviamo l’implorazione a Dio e facciamo appello a tutti perché sia confermato ogni intento per favorire ovunque la pace nella libertà, nella verità e nell’amore”, affermano.
“Avvertiamo nei cuori un fremito per le sofferenze di tanti nostri figli e figlie dell’Oriente”, confessano, pensando a “bambini e giovani; persone in difficoltà estrema per età, salute ed essenziali necessità spirituali e materiali; famiglie sempre più tentate dallo sconforto per il presente e per il futuro”.
Per questo, si sentono in dovere di farsi “interpreti delle loro giustificate attese perché una vita dignitosa sia presto garantita a ciascuno in una proficua convivenza sociale”.
“Opera della giustizia è la pace!”, scrivono, sottolineando che si tratta di un imperativo al quale “non possiamo e non vogliamo sottrarci”.
I firmatari dell’appello chiedono dunque “la pace nella giustizia, di cui è garanzia una reale libertà religiosa”, riferendosi in particolare alla Terra Santa e a Libano, Iraq e India.
“Siamo vicini a quanti soffrono per la fede cristiana e a tutti i credenti impediti nella professione religiosa. Rendiamo omaggio ai cristiani che recentemente hanno perduto la vita in fedeltà al Signore”.
Davanti al Papa e ai Padri sinodali e “incoraggiati dalla loro fraternità”, i Patriarchi e gli Arcivescovi Cattolici d’Oriente presentano “una vibrante richiesta”, rivolgendosi innanzitutto “ai cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà perché pratichino il rispetto e l’accoglienza dell’altro nella vita quotidiana, facendosi prossimo di quanti sono nel bisogno, vicini e lontani”.
Allo stesso modo, chiedono “ai pastori e ai responsabili religiosi di predicare e favorire tale atteggiamento, appoggiando e moltiplicando le iniziative di mutua conoscenza, di dialogo e di soccorso”, auspicando che la comunità internazionale e gli uomini di governo “garantiscano a livello legislativo la vera libertà religiosa nel superamento di ogni discriminazione e l’aiuto a quanti sono costretti a lasciare la propria terra per motivi religiosi”.
“Si compia l’auspicio di Papa Benedetto XVI: ‘Possano le Chiese e i discepoli del Signore rimanere là dove li ha posti per nascita la divina Provvidenza; là dove meritano di rimanere per una presenza che risale agli inizi del cristianesimo. Nel corso dei secoli essi si sono distinti per un amore incontestabile e inscindibile alla propria fede, al proprio popolo e alla propria terra’”, aggiungono citando il discorso del Papa in visita alla Congregazione per le Chiese Orientali (9 giugno 2007).
Nell’Anno Paolino, i firmatari dell’appello ricordano la frase dell’Apostolo delle Genti “Cristo è la nostra pace” (Efesini 2, 14), divina Parola che è “portatrice di conforto e di speranza, e sprona a cercare vie nuove di pace, che trovino efficacia nella Benedizione di Dio”.
“Via alla pace, noi pastori dell’Oriente, desideriamo possa essere l’umile ma accorato appello che poniamo nelle mani del Santo Padre, rendendo grazie a Dio e a quanti lo accoglieranno benevolmente”.
“Intercedano questo dono i santi apostoli Pietro e Paolo, e i martiri, vicini come siamo alle loro memorie romane. Sia potente avvocata la Santissima Madre di Dio: la Regina della Pace faccia giungere la nostra preoccupazione, i nostri intenti e le nostre preghiere a Cristo Signore e Dio, Principe della Pace”, concludono.