CITTA' DEL VATICANO, giovedì, 23 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Secondo l'Arcivescovo di San Paolo (Brasile), Cristo è il “criterio decisivo” per comprendere le Sacre Scritture.

Il Cardinale Odilo Scherer, uno dei presidenti delegati del Sinodo della Parola, ha scritto questo martedì ai fedeli della sua Arcidiocesi per commentare un tema ricorrente nell'assemblea.

Secondo il porporato, si è insistito sul tema della “rivelazione divina”, “fondamentale quando si tratta del carattere religioso della Sacra Scrittura e del suo rapporto con altri libri della sapienza umana”.

“La rivelazione è un'azione divina, mediante la quale Dio si rivolge all'umano e questi, in piena libertà, risponde con l'obbedienza della fede; l'iniziativa nell'atto rivelatore non è umana, ma di Dio, anche se l'autore umano esprime, poi, in concetti umani ciò che ha ricevuto da Dio per rivelazione”, ha osservato.

Per monsignor Scherer, è per questo che la Chiesa “è molto attenta in relazione a presunte 'rivelazioni private': sono molto diverse dalla rivelazione biblica, riconosciuta dalla Chiesa nei testi che formano l'elenco o canone dei libri ispirati della rivelazione divina”.

“In Gesù Cristo Dio parla agli uomini con la sua parola più chiara e definitiva, per questo Cristo è il centro della Scrittura e allo stesso tempo il criterio decisivo, o 'chiave', per comprendere le Scritture”.

L'Arcivescovo ha ricordato che il canone biblico è chiuso e non si aggiungono altri libri o testi presuntamente ispirati da Dio.

“Ciò significa che Dio tace e non parla più agli uomini? Assolutamente no! La Chiesa insegna che la Parola di Dio continua ad essere viva e attuale, in molti modi”.

La Parola di Dio, ha sottolineato, “deve essere cercata, accolta e interpretata mediante la costante lettura e l'attento ascolto dei testi sacri, 'con fede', nella comunità ecclesiale”.

“La Parola di Dio rimane per sempre e spetta a noi accoglierla in forme sempre nuove, in situazioni e contesti diversi, in sintonia con la Tradizione viva della Chiesa”.

Secondo monsignor Scherer, il Sinodo ha ricordato che “la Parola di Dio non viene a noi solo attraverso la Sacra Scrittura, ma anche attraverso la Liturgia, la Sacra Tradizione e il Magistero della Chiesa”.

“La Parola di Dio, in ultima analisi, è lo stesso Cristo, Verbo/Parola di Dio che si è fatto 'carne' ed è venuto ad abitare in mezzo a noi e che rimane vivo nella Chiesa, suo 'corpo'; per l'azione dello Spirito Santo, la Parola della salvezza continua ad essere viva nella Chiesa e si rivolge senza sosta al mondo e alle persone”.