Sinodo: terza settimana, “Papelorum Progressio”

Perché la Chiesa usa il latino e ama l’italiano

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

di padre Thomas Rosica, CSB

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 22 ottobre 2008 (ZENIT.org).- So quello che potreste pensare! Qual è la persona che non conosce il latino? Com’è possibile che ci sia un errore così grande nel titolo di un articolo di ZENIT? Sicuramente padre Rosica voleva scrivere “Populorum Progressio”, l’Enciclica di Paolo VI del 1967 sullo sviluppo dei popoli.

Ciò che vedete nel titolo è un’espressione esatta sentita pronunciare di sfuggita nell’aula sinodale da uno dei saggi ed arguti Cardinali europei che hanno affermato sabato che forse stiamo usando troppa carta durante questo Sinodo per tutte le bozze, i rapporti, i documenti…

La sua espressione umoristica potrebbe essere resa con un equivalente dinamico: “Stiamo facendo un buon lavoro di moltiplicazione dei fogli”, o “Ci stiamo specializzando nel business della carta?”, o ancora “Basta documenti! Non ne posso più di leggere!”, o infine “Non dimentichiamo l’ecologia”.

Bisogna ammettere, però, che l’espressione latinizzata ha un certo senso. Il latino può davvero dare un certo lustro al nostro linguaggio!

Fratelli e fratelle

Nell’aula non parliamo solo in latino e in altre lingue durante le discussioni serie; c’è anche tempo per un po’ di umorismo che rende il lavoro più lieve e umano.

La settimana scorsa, un Padre sinodale asiatico ha suscitato grande ilarità quando, in presenza di Benedetto XVI, si è rivolto all’assemblea con il suo italiano: “Santo Padre, Fratelli e Fratelle in Cristo”.

Un delegato seduto accanto a me ha affermato: “Sua Eccellenza stava cercando di essere inclusivo e ha creato nuovi membri della specie umana!”.

Nonostante questo, restano encomiabili in questa assemblea internazionale i grandi sforzi che le persone fanno per parlare in italiano. E’ davvero strabiliante testimoniarlo, e ascoltarlo! Non sono sicuro che funzionerebbe in una qualsiasi altra lingua.

La stufa in magazzino

Ecco un aneddoto sinodale che mostra la grande umanità e l’umorismo necessari perché la Chiesa esista.

Sabato sera ci stavamo recando alla Cappella Sistina per i Vespri con il Santo Padre e il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I. E’ stato un evento straordinario in uno scenario spettacolare.

Mentre ci avvicinavamo alle porte della Cappella, due presuli prima di me erano entusiasti di poterla vedere senza le solite orde di turisti che spingono e vengono zittite dalla voce del sistema interno che chiede “Silenzio!”.

A salutarci all’ingresso dalla Cappella Sistina c’erano alcuni uscieri vaticani, che nei loro abiti scuri e con il migliore atteggiamento diplomatico hanno dato il benvenuto allo speciale gruppo sinodale in quello spazio sacro.

I due presuli prima di me hanno chiesto a un usciere: “Le dispiacerebbe indicarci la stufa e il caminetto?”. L’usciere, dopo un attimo di confusione, ha risposto: “Eccellenze, il Santo Padre è vivo e in salute e sta facendo un ottimo lavoro! Queste cose sono state messe in magazzino e non avremo bisogno per molto tempo! Benvenuti nella nostra Cappella!”.

Volto gioioso

Grazie a Dio quando Pietro ha lasciato la Terra Santa è venuto a Roma! Viva il Vaticano in Italia!

Gli Italiani hanno un modo splendido di parlare e sono maestri delle sfumature. Ringrazio spesso Dio per il fatto che il quartier generale della Chiesa sia in Italia e non in qualche altro posto che potrebbe aver soffocato tutta la sua storia, l’umanità, la bellezza e l’umorismo con una forma di professionalità, rigidità, perfezionismo ed efficienza.

Qualsiasi religione che sia incapace di sorridere, di ridere, di riconoscere l’umorismo e l’umanità della nostra condizione si perde qualcosa che è realmente importante. Dovremmo imparare da alcuni Papi della nostra storia recente: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e ora Benedetto XVI.

Ci insegnano che il cristianesimo e il cattolicesimo devono essere gioiosi, un punto esclamativo e non un grande punto interrogativo. Tra le nostre serie deliberazioni teologiche e il nostro lavoro pastorale, per quanto pesanti possano essere, non possiamo dimenticare che il mondo guarda a noi, tra tante ombre e tanta tristezza, per ottenere un sorriso gentile, uno sguardo misericordioso, una testimonianza della gioia e qualche accenno della nostra redenzione in Cristo!

La lotta è finita e la battaglia è già vinta in Lui.

TGIM

Queste riflessioni dovrebbero farvi capire che questo lunedì c’è stata una “Vacat Congregatio” – cioè un giorno libero dallo schema regolare delle assemblee generali sinodali, “Circoli minori” e attività formali: TGIM –. Grazie a Dio era il lunedì della terza settimana del Sinodo.

I leader sinodali, insieme al Cardinale Marc Ouellet, il Relatore Generale, hanno trascorso la giornata stilando e formattando le “propositiones” (proposte) e preparandole per l’assemblea generale di martedì mattina.

Nelle prime ore della mattinata è stata celebrata la Messa nella cripta vaticana con due sacerdoti amici, padre Dominic Lerouzès di Québec – il segretario personale al Sinodo del Cardinale Ouellet – e padre Martin Proulx, superiore generale della Famille Jeunesse – una comunità di uomini e donne che rappresenta uno dei tesori nascosti del Québec e delle risorse di vita nuova in Canada.

Visto che il faticoso programma sinodale non ha permesso momenti di socializzazione, questo lunedì ho potuto vedere alcune delle persone che hanno ogni giorno a che fare con Roma e il Vaticano: l’Arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, monsignor Paul Tighe, il segretario irlandese dello stesso dicastero, e il nuovo ambasciatore canadese presso la Santa Sede, Anne Leahy, un diplomatico molto valido con una grande esperienza della Chiesa.

E’ stata uno dei miei parrocchiani quando ero cappellano e pastore del Newman Center all’Università di Toronto, e in seguito è stata Coordinatrice del Governo Federale Canadese alla Giornata Mondiale della Gioventù 2002. Il Canada è davvero privilegiato ad avere un diplomatico di questo tipo nella sua missione vaticana. L’ambasciatore Leahy non vede l’ora di essere “ricevuta formalmente” nel prestigioso gruppo di ambasciatori vaticani alla fine del mese.

Ho avuto anche la fortuna di passare del tempo con la suora americana Mary Elizabeth, editrice dell’edizione inglese de “L’Osservatore Romano”, con il sacerdote gesuita Stanislas della Siberia, che sta lanciando un canale televisivo dalle sue parti, con suor Anne Mary, una fantastica religiosa di Sa Giuseppe di Rochester, New York, che a ottant’anni sta coprendo il Sinodo come giornalista accreditata vaticana per un’organizzazione non governativa femminile alle Nazioni Unite, e altri che volevano discutere vari aspetti del Sinodo sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. E’ stata una buona pausa dal lavoro ordinario in aula.

Impressiona i tuoi amici

Nello spirito sinodale e vaticano, si potrebbe aver voglia di impressionare gli amici, i genitori, i bambini, i professori, i pastori… chiunque non sia abituato a parlare la lingua di Cicerone. Provate queste espressioni del lexicon vaticano e guardate la reazione!

Quando volete una pausa: “Fiat Intervallum”.

Quando avete letto l’ultimo bestseller, dite ai vostri amici che avete trovato un “liber maxime divenditus”.

Se avete un problema al carburatore della macchina nella Città del Vaticano, dite all’addetto che avete un “benzini aerisque migma”.

Se volete provare l’ultimo gelato italiano, chiedete una “gelida sorbitio”.

Se non trovate un buon cibo italiano nelle migliaia di trattorie, provocate un incidente internazionale
e chiedete il fast food: ordinate un “pastillum botello fartum” (un hot dog, letteralmente un panino riempito con una salsiccia) e chiedete “globuli solaniani” (patatine ) e “crustula” (biscotti).

Se siete fan dello sport e non vedete l’ora che arrivino le Olimpiadi invernali di Vancouver, guardate lo slalom: “descensio flexuosa” giù per un “iter narticum” (una collina da percorrere con gli sci).

Se siete canadesi, amate sicuramente l’hockey sul ghiaccio: “pilamalleus super glaciem”.

Se infine pensate di partecipare ai prossimi Giochi Olimpici, dovete evitare l’“usus agonisticus medicamenti stupefactivi” (le droghe che migliorano le prestazioni).

Fiat Intervallum (facciamo una pausa).

Arrivederci a domani!

* * *

Il sacerdote basiliano padre Thomas Rosica, addetto stampa per la lingua inglese del Sinodo del Vescovi 2008, è un esperto di Scrittura e responsabile esecutivo della Salt and Light Catholic Media Foundation and Television Network in Canada, nonché membro del Consiglio Generale della Congregazione di San Basilio.

[Traduzione dall’inglese di Roberta Sciamplicotti]

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione