CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 19 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Uno dei presidenti delegati del Sinodo della Parola, il Cardinale brasiliano Odilo Scherer, Arcivescovo di San Paolo, ha affermato che i primi giorni dell’assemblea sono stati caratterizzati da “intenso lavoro”.
Commentando al giornale arcidiocesano “O São Paulo” la prima settimana di attività del Sinodo, iniziato il 5 ottobre e che si concluderà il 26, il Cardinale ha rivelato che si è trattato di momenti speciali di ascolto.
“Naturalmente abbiamo ascoltato molto più di quanto abbiamo parlato, visto che la maggior parte del tempo è stata dedicata agli interventi dei Padri sinodali”, ha constatato.
“In genere sono stati discorsi o osservazioni molto ricchi, che ci hanno permesso di farci un’idea su come vanno le cose nella Chiesa, nel mondo intero, in relazione all’annuncio, all’accoglienza e al vivere la Parola di Dio”, ha osservato.
L’Arcivescovo di San Paolo ha spiegato che Benedetto XVI è presente alla maggior parte delle sessioni di lavoro.
Il Papa “ascolta con grande attenzione e prende appunti. Evidentemente, i suoi tanti impegni gli impediscono di essere sempre presente”.
Circa la dinamica degli interventi dei membri dell’assemblea, monsignor Scherer ha constatato che quanti sono interessati a parlare si iscrivono e ricevono la parola per ordine di iscrizione.
“Ciascuno ha a disposizione 5 minuti nelle sessioni tematiche e 3 nelle sessioni con temi liberi; in questi momenti, non si svolgono propriamente dibattiti, che vengono riservati ai gruppi, o ‘circoli minori'”.
Secondo il Cardinale, è stato detto molto sull’importanza della Parola di Dio per l’umanità, sulla rivelazione divina, l’ispirazione della Sacra Scrittura e la sua interpretazione autentica.
“Si è parlato anche delle traduzioni della Bibbia in tutte le lingue, visto che mancano ancora traduzioni in molte lingue locali; allo stesso modo, si è parlato della promozione di studi biblici specializzati, dell’edizione della Bibbia in formati e prezzi accessibili al popolo, della pastorale biblica, o meglio dell’animazione biblica di tutta la vita della Chiesa”.
Per monsignor Scherer sono emersi molti punti di convergenza: “in primo luogo, che è necessario fare di più per rendere accessibile e conosciuta la Parola di Dio, ma è anche emersa la preoccupazione circa i metodi adeguati per leggere e accogliere, ‘con fede’, la Parola di Dio”.
“Si è parlato molto della lettura orante della Parola di Dio (Lectio Divina), della proclamazione liturgica della Parola, dell’omelia, della necessità di avere più predicatori della Parola, ministri ordinati, religiosi e laici, e di promuovere più opportunità per la proclamazione e l’accoglienza della Parola di Dio nelle nostre comunità”, ha aggiunto.
Il porporato sottolinea inoltre che “è stato ripetuto molto di ciò che è già stato detto dal Concilio Vaticano II nella Dei Verbum“.
“La Bibbia deve essere letta nella fede della comunità ecclesiale, e non in modo soggettivo e individualista; deve essere letta con fede e con disposizione ad ‘ascoltare Dio’, perché lo Spirito, che ha ispirato gli autori dei testi sacri e conduce la Chiesa, aiuti anche a comprendere ciò che Dio ci vuole dire oggi attraverso il testo letto”.
“Dall’altro lato – ha concluso -, si è sottolineato molto il ruolo dei ministri ordinati, che ricevono l’incarico speciale di annunciare la Parola ai fratelli e di aiutarli a comprendere e accogliere quella Parola”.