Il 24 ottobre, a Rimini, gara di latino

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di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 10 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Si svolgerà il 24 ottobre a Rimini la gara di latino per il premio “Ludus Hadriaticus” per giovani – sono ammessi anche i seminaristi – in età compresa fra i 18 e i 22 anni.

Promosso da don Romano Nicolini, il concorso è sostenuto dal liceo Classico “G.Cesare” di Rimini, in memoria del concittadino monsignor Guglielmo Zannoni, primo latinista della Santa Sede per oltre 30 anni.

La gara consiste nella versione in italiano di un brano di latino classico, scelto da un apposita giuria, non più breve di 20 righe e non più lungo di 40.

“Il primo concorso per giovani dopo i 18 anni risale al 2006, a Riccione – ha detto a ZENIT don Romano Nicolini –. Anche allora si chiamava LUDUS HADRIATICUS”.

“Si organizza un simile concorso per dare continuità agli altri due. LUDUS JUVENILIS è per i ragazzi delle medie – ha raccontato –. Si è svolto a maggio del 2008 presso la scuola media ‘Panzini’ di Rimini”.

“LATINUS LUDUS è la memoria storica di ogni LUDUS – ha aggiunto –. Si svolge da 21 anni nel comune di Mondaìno (Rimini) e raccoglie gli studenti dalla prima alla quinta liceo”.

“Il LUDUS HADRIATICUS offre la possibilità di vincere 2000 euro a  giovani fra i 18 e i 22 anni – ha sottolineato –. Come tutti sanno, a questa età si va incontro alle forti spese della università. Si pensa che il dare un sostegno a chi studia latino sia un investimento sul terreno della cultura più genuina e duratura”.

Alla domanda se il latino debba essere considerato una lingua definitivamente morta, il sacerdote ha risposto che “la lingua latina è poco parlata ma ciò non significa che sia senza una eminente capacità di servizio”.

“Anche Dante è morto e con lui anche alcuni suoi vocaboli ma nessuno – spero! – avrà il coraggio di dire che Dante non ha più nulla da dire all’uomo d’oggi”.

“Il latino e il greco sono alla base della nostra civiltà – ha ricordato il sacerdote –. Se vogliamo che il contributo dato dal nostro paese all’Occidente non vada perduto a favore di altre civiltà e religioni, dobbiamo salvaguardare la nostra identità”.

“E’ stata proprio essa che ha dato la possibilità a tutti  di esprimersi e di proporsi alla nostra attenzione”, ha poi concluso.

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ZENIT Staff

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