Avventura nel “Fungo”

Analisi del centro nevralgico del Sinodo dei Vescovi

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di padre Thomas Rosica, CSB

CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 10 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Dopo aver saputo a giugno della mia nomina vaticana per il Sinodo dei Vescovi del mondo 2008 sul tema “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, mi sono spesso interrogato durante l’estate sull’avventura della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo.

Cosa fanno e raggiungono realmente i Sinodi? Che ne è dei volumi di interventi, rapporti, messaggi al Popolo di Dio, delle proposizioni e delle esortazioni apostoliche dei Sinodi dei Vescovi precedenti? Come fanno questi incontri della Chiesa universale a portare avanti la dinamica della collegialità del Concilio Vaticano II? Quale impatto, se c’è, hanno i Sinodi sulla vita della gente ordinaria che vive in posti lontani da Roma? Quale sarebbe stato il mio ruolo come uno dei cinque addetti stampa per lingue in questa formidabile assemblea?

L’obiettivo generale di un Sinodo, menzionato al numero 5 del decreto dell’Ufficio Pastorale dei Vescovi nella Chiesa, è chiaramente presentato nel Codice di Diritto Canonico (n. 342), in cui si stabilisce che il Sinodo riunisce i Vescovi di varie regioni del mondo che si incontrano per assistere il Papa con i loro consigli e considerare questioni riguardanti l’attività della Chiesa nel mondo.

Il tema del Sinodo di quest’anno è di grande interesse per me, visto che sono stato studente e docente di Scrittura dal 1990. Gli ultimi 18 anni di studio, insegnamento, lettura e predicazione delle Scritture a Gerusalemme, in Giordania, Canada, Italia e Stati Uniti mi ricordano il debito che ho nei confronti di alcuni grandi professori del Regis College alla Toronto School of Theology (1982-1985), del Pontificio Istituto Biblico di Roma (1987-1990) e dell’École Biblique et Archéologique Française de Jérusalem (1990-1994), dove ho imparato ad amare la Bibbia.

Prima di addentrarmi nei dettagli, nelle curiosità e nelle particolarità del Sinodo di quest’anno, permettetemi di condividere i miei pensieri e le mie speranze su questa esperienza.

Negli anni di insegnamento della Sacra Scrittura, soprattutto alla Facoltà di Teologia del St. Michael’s College di Toronto, ho sentito spesso dire ai candidati che si preparano al ministero nella Chiesa: “I corsi di Scrittura sono come fare autopsie in una morgue… Nessuno ci insegna come rimettere insieme il corpo dopo averlo sezionato”, oppure “Il cuore e l’anima della Scrittura non penetrano dopo aver ‘smontato’ il testo”.

Domande

Spero che il Sinodo di quest’anno sulla Parola di Dio ponga delle domande reali e offra suggerimenti positivi su come rendere la Parola di Dio viva nella Chiesa e nel mondo. Come comunità ecclesiale dobbiamo chiederci “Il nostro cuore arde d’amore per la Parola di Dio? La Parola di Dio ci sfida e ci invia nel mondo per fare la differenza? La nostra lettura e predicazione della Parola di Dio ci porta a Gesù? Gli esperti, gli insegnanti e gli studenti della Scrittura cattolica oggi sono adeguatamente preparati a trarre spunto dalla loro conoscenza esegetica e dalla loro vita di fede e di preghiera per aiutare i cattolici a scoprire il significato della parola biblica per l’attualità?”.

Come facciamo fronte ai seri problemi del fondamentalismo biblico (e teologico), che non sono altro che un tentativo di piegare Gesù e Dio alla sicurezza religiosa? Il fondamentalismo dice “Non devi pensare – questo antico documento o questa dichiarazione è a tua risposta, predisposta per te”. Nel caso del fondamentalismo biblico, la Parola di Dio è così sottolineata che si dimentica che sono stati degli esseri umani a scrivere e ricevere la Bibbia. Quando i fondamentalisti sono gli unici ad offrire alla gente la conoscenza della Bibbia, la gente si rifarà ai fondamentalisti. Un approccio alla Bibbia solido, esperto e basato sulla preghiera può essere spiritualmente fecondo e mentalmente soddisfacente.

Se guardiamo ai grandi cambiamenti nella vita della Chiesa dopo il Vaticano II, non possiamo mai sottovalutare l’importante rapporto esistente tra la liturgia e l’interpretazione della Bibbia. Nella liturgia le parole della Scrittura sono vive e piene del mistero di Cristo.

E’ giusto dire che la Bibbia ha fornito un lessico di parole per il discorso e la liturgia cristiani e una grammatica di come debbano essere usati. Questo deve essere sempre un principio guida dei nostri sforzi per rendere la Parola di Dio viva per la Chiesa oggi. Nonostante i suoi tanti risultati, un approccio strettamente storico alla Bibbia ci può dare solo un medley di documenti di vari periodi e posti del mondo antico. Non ci può dare il libro della Chiesa, le Scritture per come sono state ascoltate dai cristiani per secoli, i salmi impressi nell’anima della Chiesa, le parole e le immagini per testimoniare la Trinità.

Il Sinodo considererà i frutti positivi del Rinnovamento biblico che ha ricevuto le ali e ha spiccato il volo con il Concilio Vaticano II. I Padri sinodali di quest’anno – Cardinali, Vescovi ed esperti di tutto il mondo – parleranno dei molti segni e delle speranze nella Chiesa di oggi che hanno tenuto in vita e preso seriamente il rinnovamento biblico seguito al Concilio.

Allo stesso modo, solleveranno questioni e preoccupazioni su campi che devono ancora essere studiati, perseguiti e sfidati circa la comprensione, l’accettazione e la ricezione della Parola di Dio nella vita della Chiesa e nella vita dei credenti in tutto il mondo.

I Cinque”

Quanto agli aspetti curiosi del Sinodo, noti a pochi, venerdì gli addetti stampa per i cinque gruppi linguistici, conosciuti in Vaticano come “I Cinque”, sono stati introdotti ai misteri e ai lavori del Sinodo dei Vescovi. “I Cinque” sono monsignor Giorgio Costantino (italiano); monsignor Joseph Bato’ora Ballong Wen Mewuda – lo chiamiamo monsignor Joseph – (francese); Jesús Colina (spagnolo), il salesiano padre Markus Graulich (tedesco), e io (inglese).

Dopo incontri intensi e cordiali con l’Arcivescovo croato Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, e il sempre gentile e saggio gesuita padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, abbiamo ricevuto formalmente le nostre credenziali vaticane al Sinodo come media. Ci sono stati dati i nostri titoli formali in latino al Sinodo. Non siamo solo “addetti stampa”, ma “Deputati Notitiis Vulgandis”.Sono stato assegnato alla Lingua Anglica”, e sono inserito nel direttorio ufficiale vaticano del Sinodo come “Director Exsecutivus Retis Televisifici CatholiciSalt and Light’ (Canada). Alcuni amici alla fine riconosceranno le ultime tre parole. In Canada mi chiamano solo “CEO”.

Ci è stato detto di riferire al “Fungo”. Il fungo che mi è più familiare è quello declinato al plurale: “funghi” in relazione alle tagliatelle ai funghi porcini o la pizza con i funghi, ma ora siamo stati inviati al fungo vaticano! Ci è stato detto che è situato dietro la sala delle udienze e l’aula sinodale nella Città del Vaticano. E’ una parte dello Stato della Città del Vaticano a noi sconosciuta, eccetto a monsignor Giorgio che è pratico di Sinodi.

Salendo le scale posteriori dell’Aula Paolo VI, siamo passati attraverso varie porte “riservate” e siamo entrati in un notevole e improvvisato alveare di attività. Supervisionati dall’olandese Vik Van Brategem, assistente della Sala Stampa della Santa Sede noto perché guida gli addetti stampa vaticani nelle visite papali, son rimasto sorpreso dalla scena dentro questo “fungo” gigante. Più di 40 giovani, di molte Nazioni diverse, lavorano diligentemente per gruppi linguistici ai monitor – supervisionando le traduzioni di tutti i comunicati stampa e i documenti sinodali.

Mi sono meravigliato dell’ordine, della serietà e della professionalità di tutto il contesto, e mi è stato detto che il gruppo internazional
e si ferma anche varie volte al giorno per pregare. Per me è stato incoraggiante e ispiratore testimoniare come tanti giovani lavorino duramente nel centro nevralgico del Sinodo dei Vescovi, dando materiale, significato e coerenza alle tante parole che verranno dette e provando che anche i Sinodi sono fatti per i giovani!

A proposito, è chiamato “fungo” per la grande e moderna struttura costruita nell’area dei parcheggi, che serve a difendere il Papa e i visitatori speciali dal tempo inclemente quando entrano nella sala delle udienze per gli incontri. La struttura ha la forma di un gigantesco fungo, sempre moderno e sempre nuovo, che sembra quasi fuori posto tra gli edifici storici della Città del Vaticano.

Rimanete collegati per altre notizie dal Sinodo dei Vescovi del mondo su “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, il tema del capitolo conclusivo della Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum, e sequela naturale del Sinodo del 2005 su “L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”.

* * *

Il sacerdote basiliano padre Thomas Rosica, addetto stampa per la lingua inglese del Sinodo del Vescovi 2008, è un esperto di Scrittura e responsabile esecutivo della Salt and Light Catholic Media Foundation and Television Network in Canada, nonché membro del Consiglio Generale della Congregazione di San Basilio.

[Traduzione dall’inglese di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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