CITTA' DEL VATICANO, giovedì, 9 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Alcuni ebrei italiani hanno testimoniato davanti alle telecamere di essere stati salvati durante la persecuzione nazista da membri della Chiesa con l'appoggio di Papa Pio XII.

Tra loro c'è Emanuele Pacifici, figlio di Riccardo, che nella Seconda Guerra Mondiale era rabbino capo di Genova, che assieme ad altri sopravvissuti lo rivela in un reportage video prodotto dal mensile Inside the Vatican e dall'agenzia H2onews.org.

Pacifici, che durante la guerra era un bambino, ricorda il momento in cui i nazisti chiesero alla comunità ebraica di Roma 50 chili d'oro.

"Era impossibile riunire 50 chili d'oro nelle poche ora che avevamo. Senza averne fatto pubblicità con nessuno, la città di Roma collaborò in tutti i modi che poté: con denti d'oro - perché prima si portavano denti d'oro -, con un anello, con quello che avevano... Si raccolsero i 50 chili d'oro", ha ricordato.

"Ma la promessa di sicurezza non si mantenne - ha aggiunto - e gli ebrei si videro obbligati a nascondersi per cercare di scappare da una morte sicura. L'azione del Papa Pio XII fu fondamentale in quei momenti difficili".

Un altro dei sopravvissuti, Settimio Di Porto, ha ricordato: "Avevamo perso i diritti civili. Non potevamo fare nulla. Non avevamo neanche tessere per il razionamento".

"Il 16 ottobre fu una mattinata tremenda. Sto ancora vedendo quella scena. Se li portavano via tutti nei camion, fu una gran razzia, entravano nelle case e si portavano via le famiglie: donne, vecchi, bambini, malati...".

"Qui a Roma aprirono le porte tutti i conventi", ha sottolineato Di Porto.

E Pacifici ha aggiunto: "Il Vaticano era pieno. C'era gente che dormiva anche nei corridoi".

Claudio Della Sera ha ricordato di essere stato salvato dai Fratelli Maristi del Collegio di San Leone Magno.

Per questo motivo nello Yad Vashem, il museo e archivio dell'Olocausto a Gerusalemme, si ricordano alcuni di questi uomini e donne che strapparono alla morte tanti ebrei e li si onora con il titolo di "Giusti tra le Nazioni".

Il giornalista del quotidiano "Il Giornale" Andrea Tornielli sottolinea che "agirono per salvare gli ebrei in un momento in cui non si sapeva quale sarebbe stato l'esito della guerra, e pertanto come un atto totalmente disinteressato".

Matteo Luigi Napolitano, docente di Storia all'Università del Molise, testimonia che "i documenti dei servizi segreti statunitensi ci dicono anche il motivo per il quale Hitler odiava il Papa: perché stava nascondendo ebrei. Poiché dava ordini ai conventi, ai santuari e nascondendoli nello stesso Vaticano".

Le religiose, ricorda Emanuele Pacifici, cercarono di salvare le donne ebree nascondendole nei conventi.

"I tedeschi entrarono dentro e deportarono da questo convento 33 donne, tra le quali c'era anche mia madre. Capisci? La Madre Superiora, suor Ester Busnelli, venne arrestata perché aveva fatto qualcosa che non doveva fare".

"Bisogna capire il rischio che era... Il rischio che corse Pio XII salvando 8.000 persone", ha concluso.

Il reportage "Pio XII e l'Olocausto" è disponibile su www.h2onews.org