Il Nobel, vietato ai cattolici?

Premiati due scienziati giapponesi per una scoperta del prof. Nicola Cabibbo

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di Antonio Gaspari

ROMA, giovedì, 9 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Grande scalpore ha suscitato in Italia l’assegnazione del Nobel per la Fisica ai giapponesi Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa.

Gli scienziati italiani sono in rivolta perché il premio è stato assegnato per la scoperta indicata genericamente, in ambito scientifico ed universitario, con il nome Matrice Cabibbo-Kobayachi-Maskawa (o matrice Ckm, dalle iniziali dei tre ricercatori).

Il vero padre della scoperta, che non è stato neanche menzionato, è il prof. Nicola Cabibbo, già professore di fisica delle particelle elementari all’Università di Roma, nonché Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare dal 1983 al 1992 e dell’Enea, e dal 1993 Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze.

In merito alla vicenda, Roberto Petronzio, Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), ha dichiarato di “essere lieto che il premio Nobel sia stato attribuito a questo settore della fisica che sta avendo sempre più attenzione da tutto il mondo e dal quale ci aspettiamo fondamentali scoperte che aumenteranno la nostra comprensione sull’Universo”.

“Tuttavia – ha sottolineato – non posso nascondere che questa particolare attribuzione mi riempie di amarezza”, perché Kobayashi e Maskawa “hanno come unico merito la generalizzazione, peraltro semplice, di un’idea centrale la cui paternità è da attribuire al fisico italiano Nicola Cabibbo che, in modo autonomo e pionieristico, ha compreso il meccanismo del fenomeno del mescolamento dei quark, poi facilmente generalizzato dai due fisici premiati”.

Critico anche il Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), il fisico Luciano Maiani, il quale ha ricordato che “il lavoro di Cabibbo ha rappresentato una svolta storica per l’Europa”, ed ha commentato che “non c’è confronto con il lavoro svolto da Kobayashi e Maskawa: il loro contributo è stato indubbiamente importante, ma la strada era stata aperta dal lavoro di Cabibbo”.

Per Enzo Boschi, fisico e presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), “il premio Nobel per la fisica andava assegnato solo ed esclusivamente a Nicola Cabibbo, che nel 1963 ha aperto il più grande filone della fisica moderna”.

Secondo il Presidente dell’INGV, l’esclusione di Cabibbo dal Nobel è “probabilmente la più grande ingiustizia che l’Accademia Svedese delle Scienze abbia mai fatto in tutta la sua storia”.

Intervistato da ZENIT, Fabio Malaspina, docente di fisica al master di Scienze Ambientali della Università Europea di Roma, si è chiesto se l’esclusione di Cabibbo non sia dovuta al suo essere cattolico.

“Speriamo che nel futuro il Comitato renda note le motivazioni della sorprendente scelta – ha precisato Malaspina – altrimenti sarebbero confermate le voci che vedono, dopo la premiazione di Madre Teresa di Calcutta, i cattolici ‘estromessi’ a priori dalla competizione”.

Altri due, infatti, i casi eclatanti di esclusione di illustri cattolici dall’ambito premio svedese: il professor Jerome Lejeune, il medico che scoprì e cercò di curare la trisomia 21 (sindrome down), escluso dal Nobel perché si opponeva all’aborto; e Papa Giovanni Paolo II a cui fu negato il Premio Nobel per la Pace, perché a capo di uno stato, la Città del Vaticano, che, secondo la commissione giudicatrice dei Nobel, “discriminerebbe le donne”.

Alla domanda sul perché i cattolici sarebbero discriminati, Malaspina ha riposto: “La premiazione di Cabibbo forse avrebbe messo di nuovo in luce che tanti credenti sono stati grandi scienziati e che scienza e fede non sono in contrapposizione come alcuni matematici, che hanno ampi spazi sui mass-media, cercano di farci credere”.

“Forse e purtroppo – ha osservato –, sono gli stessi atteggiamenti mentali, le stesse incrostazioni culturali, ad aver tenuto il Papa fuori da ‘La Sapienza’ ed il fisico Cabibbo lontano dal premio Nobel”.

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ZENIT Staff

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