ROMA, giovedì, 9 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Ha destato preoccupazione e sconcerto la decisione della Consulta che, mercoledì 8 ottobre, ha dichiarato “inammissibili i ricorsi per conflitto di attribuzione sollevati da Senato e Camera”, in merito al caso di Emanuela Englaro.
Questo significa che la Corte di Cassazione, quando si riunirà l’11 novembre prossimo, potrà decidere se dare seguito all’interruzione dell’idratazione e alimentazione di Eluana.
In un comunicato diffuso in serata, l’associazione “Scienza & Vita” parla di “un mercoledì nero per chi ama la vita”, perchè la data dell’11 novembre “è troppo vicina affinché il Parlamento possa legiferare per difendere la vita di Eluana, di tutti colro che si trovano nelle stesse condizioni e di quanti vi si potrebbero trovare”.
Scienza & Vita teme che “dopo la condanna a morte di Eluana per mano di un giudice, e l’offesa portata alla coscienza di quella parte maggioritaria dell’opinione pubblica alla quale ripugna questo esito nefasto, sarà ancor più difficile, per il Parlamento, costruire una legge di autentica tutela della vita umana”.
Il comunicato di Scienza & Vita conclude denunciando quella parte della magistratura italiana “particolarmente aggressiva sui temi della vita e talvolta malata di onnipotenza”.
Nell’esprimere la propria “inquietudine” per quanto sta accadendo, il Movimento per la Vita (MpV) ha annunciato uno studio dal titolo “Eluana: una legge per tutti noi. Perché no al testamento biologico” che verrà diffuso ai giudici della Cassazione ed ai parlamentari.
Carlo Casini, presidente del MpV, ha affermato che “le dolorose nebbie dell’inquietudine devono ora essere risolte facendo irrompere senza riserve la luce della dignità umana, che per definizione non consente di distinguere tra vite umane degne o non degne di vivere, che determina l’assoluta indisponibilità della vita umana, propria o altrui”.
“Una luce – ha continuato – che deve illuminare i magistrati e la società nel suo insieme”.
Casini ha concluso sostenendo che “solo la prospettiva della dignità umana potrà salvare la vita di Eluana attraverso la nuova decisione della Corte di Cassazione. Ma sarà anche preciso compito del Parlamento chiudere gli eccessivi spazi di ambiguità e discrezionalità entro i quali hanno dovuto finora muoversi i giudici”.