SAN MARINO, martedì, 7 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Nel corso di un convegno sul tema "Cambiamenti climatici e sviluppo" che si è svolto domenica 5 ottobre nella Repubblica di San Marino, alti prelati e scienziati hanno criticato la cultura nichilista e speculativa e indicato nella scienza e nell’ecologia umana il modello per curare l’umanità e difendere il creato.

Il convegno organizzato dalle Giunte di Castello sotto l'Alto Patrocinio della Reggenza di San Marino, ha visto la partecipazione tra gli altri del Vescovo della diocesi di San Marino e Montefeltro, monsignor Luigi Negri, e Antonino Zichichi, Professore emerito di Fisica Superiore all’Università degli Studi di Bologna, noto al grande pubblico per l’instancabile attività di divulgazione scientifica, autore di oltre ottocento lavori scientifici.

A pronunciare gli indirizzi di saluto in apertura dell’incontro sono state le autorità presenti, tra cui il Segretario di Stato al Territorio e il Segretario di Stato alla Giustizia, rispettivamente gli onorevoli Marino Riccardi e Ivan Foschi.

Il Capitano di Castello, Filippo Tamagnini, ha poi preso la parola ponendo queste domande: il problema del riscaldamento globale viene posto in maniera corretta nelle sedi istituzionali e negli organismi internazionali? Come mai questo problema è diventato così importante da costituire il più grande motivo di spesa della storia? Il dibattito intorno a questo tema è veramente libero?

Il professor Zichichi ha subito chiarito che l’effetto serra e la produzione di anidride carbonica sono due delle ragioni che permettono la vita sulla Terra. L’effetto serra perché garantisce una temperatura media di +15 gradi centigradi invece dei  - 18 se non esistesse, e l’anidride carbonica perché insieme alla luce del sole e all’acqua alimenta lo sviluppo e la crescita della flora sul pianeta.

Secondo Zichichi, effetto serra e anidride carbonica non sono emergenze planetarie. Il noto scienziato ha precisato che esistono 63  emergenze planetarie ma che riguardano la scarsità alimentare, la denutrizione, il sottosviluppo, il degrado, la diffusione di malattie.

Il Presidente della World Federation of Scientists ha poi respinto “l’Hiroshima culturale” con cui si affrontano i problemi climatici, ed ha difeso la scienza intesa come “conoscenza del libro della natura, da cui si può ripartire per costruire un futuro ottimista”.

Monsignor Luigi Negri ha spiegato che la scienza, in tutte le articolazioni del suo “prodigioso e quasi sconcertante sviluppo” degli ultimi decenni, rappresenta una “grande opportunità” se “non diventa una ideologia che si sovrappone e modifica la realtà”.

Per il Vescovo di San Marino-Montefeltro, “guai se la scienza serve solo se stessa, e non risponde alle necessità degli uomini di vivere meglio”.

“Per questo – ha concluso – la scienza deve avere come orizzonte il bene dell’uomo. Solo se l’approfondita conoscenza della realtà è in funzione del miglioramento delle condizioni dell’uomo, la scienza è in funzione del bene comune”.

Il dottor Fabio Malaspina, docente di Fisica al Master di Scienze Ambientali dell’Università Europea di Roma (UER), ha mostrato come la meraviglia della natura stia soprattutto “nell’unicità e nelle variabilità delle forme di vita e dei processi naturali. Meraviglia della natura che suscita stupore e capacità di contemplare dell’umanità”.

Per il fisico esperto di meteorologia, le novità non sono le previsioni del tempo che farà, ma “la capacità dell’umanità di sviluppare strumenti, tecnologie, reti, e scienza in grado di leggere il grande libro dell’universo”.

Antonio Gaspari, Coordinatore del Master in Scienze Ambientali all’UER, ha mostrato come le campagne che prevedevano catastrofi siano state funzionali a moltiplicare i titoli sui “carbon credits”, con grave danno per l’economia e per l’ambiente, visto che i fondi accumulati con la carbon tax e le multe sono stati utilizzati “per speculare e non per costruire”.

Secondo Gaspari per salvaguardare umanità e creato servirà “più scienza ma soprattutto una concezione antropologica in cui l’uomo sia il vertice e non il cancro del pianeta”.

Salvatore Geraldi, docente al Master di Scienze Ambientali della UER, ha sottolineato che “per incrementare la produzione di energia e ridurre le emissioni bisognerà moltiplicare l’utilizzo delle fonti nucleari”, ed ha ha precisato anche quale deve essere la via virtuosa che ricercatori e scienziati dovranno percorrere.

Il Cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, assente perchè impegnato al Sinodo dei Vescovi a Roma, ha inviato un messaggio nel quale ha ribadito che la Chiesa “ha fiducia nell’uomo e nella sua capacità sempre nuova di cercare soluzioni ai problemi che la storia gli pone. Capacità che gli permettono di confutare spesso le ricorrenti, infauste e improbabili previsioni catastrofiche”.

“Per realizzare la rivoluzione culturale e sociale della civiltà dell’amore – ha aggiunto il porporato –, la Chiesa propone l’ecologia umana, dove l’istanza ecologica si lega a quella antropologica, dove si sottolinea il modo di rapportarsi dell’uomo con se stesso e soprattutto il modo di rapportarsi con Dio”.

“La difesa e promozione della persona, delle famiglie e della libertà di educazione, sono valori insostituibili per edificare una civiltà rispettosa dell’umanità e del creato”, ha poi concluso.