Il Papa: Chiesa e Stato "pronti a cooperare" per il bene integrale degli uomini

Benedetto XVI in visita al Quirinale nel giorno di San Francesco

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 5 ottobre 2008 (ZENIT.org).- La Chiesa e lo Stato sono “pronti a cooperare” per “promuovere e servire il bene integrale della persona umana”, ha affermato Benedetto XVI questo sabato recandosi al Quirinale in visita ufficiale al Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.

Il Pontefice era accompagnato da numerose personalità, tra cui il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato; il Cardinale Giovanni Lajolo, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana; il Cardinale Agostino Vallini, Vicario Generale per la Diocesi di Roma; monsignor Fernando Filoni, Sostituto della Segreteria di Stato; monsignor Giuseppe Bertello, Nunzio Apostolico in Italia.

La visita, ha spiegato il Papa, “non è solo un atto che si inserisce nel contesto delle molteplici relazioni fra la Santa Sede e l’Italia, ma assume, potremmo dire, un valore ben più profondo e simbolico”.

Dopo momenti anche di tensione come la cosiddetta “questione romana” – risolta con con la firma dei Patti Lateranensi l’11 febbraio del 1929 -, infatti, si può oggi “affermare con soddisfazione che nella città di Roma convivono pacificamente e collaborano fruttuosamente lo Stato Italiano e la Sede Apostolica”.

La visita di questo sabato vuole quindi “confermare che il Quirinale e il Vaticano non sono colli che si ignorano o si fronteggiano astiosamente; sono piuttosto luoghi che simboleggiano il vicendevole rispetto della sovranità dello Stato e della Chiesa, pronti a cooperare insieme per promuovere e servire il bene integrale della persona umana e il pacifico svolgimento della convivenza sociale”.

Tutto ciò rappresenta “una positiva realtà verificabile quasi quotidianamente a diversi livelli, e alla quale anche altri Stati possono guardare per trarne utili insegnamenti”.

Benedetto XVI ha quindi ricordato che la sua visita ha avuto luogo nel giorno della memoria di San Francesco, la cui scelta come Patrono d’Italia deriva “dalla profonda corrispondenza fra la personalità e l’azione del Poverello d’Assisi e la nobile Nazione italiana”.

Come sottolineò Giovanni Paolo II nella sua visita al Quirinale del 4 ottobre 1985, infatti, “difficilmente si potrebbe trovare un’altra figura che incarni in sé in modo altrettanto ricco e armonioso le caratteristiche proprie del genio italico”.

“In questo Santo, la cui figura attrae credenti e non credenti, possiamo scorgere l’immagine di quella che è la perenne missione della Chiesa”, cioè “proporre a tutti il messaggio di salvezza del Vangelo” e “contribuire all’edificazione di una società fondata sulla verità e la libertà, sul rispetto della vita e della dignità umana, sulla giustizia e sulla solidarietà sociale”, ha affermato Benedetto XVI.

La Chiesa, ha aggiunto, contribuisce all’edificazione della società “in maniera pluriforme, essendo un corpo con molte membra, una realtà al tempo stesso spirituale e visibile, nella quale i membri hanno vocazioni, compiti e ruoli diversificati”.

“Particolare responsabilità” viene riservata alle nuove generazioni, considerando l’emergere “con urgenza” del problema dell’educazione, “chiave indispensabile per consentire l’accesso ad un futuro ispirato ai perenni valori dell’umanesimo cristiano”.

“Solo un serio impegno educativo permetterà di costruire una società solidale, realmente animata dal senso della legalità”, ha dichiarato.

Il Papa ha inoltre auspicato che “le comunità cristiane e le molteplici realtà ecclesiali italiane sappiano formare le persone, in modo speciale i giovani, anche come cittadini responsabili ed impegnati nella vita civile”, “prestando particolare attenzione verso i poveri e gli emarginati, i giovani in cerca di occupazione e chi è senza lavoro, le famiglie e gli anziani che con fatica e impegno hanno costruito il nostro presente e meritano per questo la gratitudine di tutti”.

Allo stesso modo, ha augurato che l’apporto della Comunità cattolica “venga da tutti accolto con lo stesso spirito di disponibilità con il quale viene offerto”.

“Non vi è ragione di temere una prevaricazione ai danni della libertà da parte della Chiesa e dei suoi membri, i quali peraltro si attendono che venga loro riconosciuta la libertà di non tradire la propria coscienza illuminata dal Vangelo”, ha affermato.

“Ciò sarà ancor più agevole se mai verrà dimenticato che tutte le componenti della società devono impegnarsi, con rispetto reciproco, a conseguire nella comunità quel vero bene dell’uomo di cui i cuori e le menti della gente italiana, nutriti da venti secoli di cultura impregnata di Cristianesimo, sono ben consapevoli”.

Il colloquio tra il Papa e il Presidente Napolitano è durato circa trenta minuti. Al termine, il Pontefice si è recato nella Cappella dell’Annunziata, dove si è inginocchiato in adorazione davanti al Santissimo Sacramento.

Benedetto XVI ha donato al Presidente “Civitas Vaticana”, la nuova Pianta della Città del Vaticano incisa e stampata a mano secondo i procedimenti calcografici tradizionali, realizzata dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, con autografo papale.

Dal canto suo, il Presidente ha consegnato al Pontefice una Scatola in argento realizzata a mano sulla cui facciata è riportato, con lavorazione a sbalzo e cesello, il Portale del Palazzo del Quirinale.

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ZENIT Staff

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