Il Sinodo della Parola, Sinodo delle novità

L’assemblea si caratterizza per elementi inediti

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CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 3 ottobre 2008 (ZENIT.org).- La partecipazione di un rabbino, del Patriarca di Costantinopoli e di un numero record di donne e l’introduzione di un più alto numero di momenti per gli interventi liberi rappresentano alcune delle novità del Sinodo che Benedetto XVI inaugurerà questa domenica.

Queste “sorprese”, che includono la trasmissione in diretta di alcuni momenti particolari, sono state illustrate questo venerdì ai giornalisti nella Sala Stampa della Santa Sede dall’Arcivescovo Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei Vescovi.

Un rabbino e per televisione

Alla prima giornata di lavori dell’assemblea, che ha per tema “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, il 6 ottobre, interverrà il rabbino capo di Haifa (Israele), Shear Yashyv Cohen, che presenterà ai Padri sinodali come il popolo ebraico legge e interpreta le Sacre Scritture.

Monsignor Eterović ha rivelato che l’idea di invitare per la prima volta un rabbino era nata in modo collegiale nella segreteria del Sinodo dei Vescovi. Lo stesso presule ha presentato la proposta a Benedetto XVI, che “subito ha accolto l’idea”.

Il segretario generale del Sinodo ha ricordato che Joseph Ratzinger, quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, incontrava spesso rappresentanti del popolo ebraico e rabbini. Si tratta quindi di “un dialogo che continua. Speriamo che serva per continuare il dialogo con il popolo ebraico”, ha auspicato.

Dopo il rabbino prenderà la parola il Cardinale Albert Vanhoye, S.I., rettore emerito del Pontificio Istituto Biblico di Roma, che ricorderà alcuni elementi centrali del documento “Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana”, pubblicato dalla Pontificia Commissione Biblica – del quale era segretario e il Cardinale Ratzinger presidente – il 24 maggio 2001.

Questi interventi verranno trasmessi dal Centro Televisivo Vaticano, così da poter essere diffusi anche da canali televisivi di vari Paesi.

Il Patriarca di Costantinopoli

Sempre per la prima volta nella storia, prenderà la parola di fronte all’assemblea il Patriarca di Costantinopoli, Sua Beatitudine Bartolomeo I, il cui ruolo simbolico viene riconosciuto dalle Chiese ortodosse.

Il Sinodo vivrà anche un momento ecumenico. Nell’aula del Sinodo dei Vescovi, il Santo Padre Benedetto XVI e il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I presiederanno i Vespri.

“In seguito, faranno i loro interventi sul tema della Parola di Dio con particolare riferimento all’Anno Paolino”, ha spiegato monsignor Eterović.

Il Patriarca, che parlerà per circa 30 minuti, “porterà il saluto dalle Chiese particolari che l’Apostolo delle Genti fondò prima di recarsi a Roma, dove subì il martirio”. Prenderà poi la parola il Vescovo di Roma.

25 donne

Questo Sinodo conterà anche sulla più alta partecipazione femminile di sempre: 25 donne, 6 come esperte e 19 come uditrici. Tra le sei esperte, la maggior parte è rappresentata da docenti di Sacra Scrittura in università di vari Paesi.

Le uditrici sono superiore di ordini religiosi femminili, rappresentanti di movimenti ecclesiali, una docente di Belle Arti russa e due presidenti di Associazioni Bibliche nazionali.

“Credo che sarà una presenza molto importante”, ha detto monsignor Eterović. “Potranno partecipare ai circoli minori”, i gruppi di lavoro per lingua del Sinodo, e “potranno dirigersi ai Padri sinodali in aula”.

Più interventi liberi

Un’altra delle novità illustrate da monsignor Eterović è l’ampio spazio previsto per gli interventi liberi, un elemento che era già stato introdotto da Benedetto XVI nel Sinodo sull’Eucaristia del 2005.

Di fatto, è stato previsto che gli interventi preparati per iscritto dai Padri sinodali durino meno, cinque minuti, per lasciare più spazio a questi scambi. Ad esempio, dopo la relazione prima del dibattito, con cui il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Arcivescovo di Québec, presenterà i temi di discussione all’assemblea, sono stati previsti i primi interventi liberi.

La metodologia prevede che i Padri sinodali che vogliono prendere la parola in quei momenti si prenotino e poi, per ordine, il presidente delegato li inviterà a intervenire. Nei giorni in cui ci sarà la congregazione generale, sono stati previsti interventi liberi dalle 18.00 alle 19.00.

Nel pomeriggio del 6 ottobre ci sarà un’altra novità metodologica: avranno luogo cinque relazioni di altrettanti Vescovi per indicare come il tema della Parola di Dio è percepito nei cinque continenti.

Dopo queste esposizioni, “vi saranno momenti di discussione libera” che permetteranno “di avere informazioni più precise sulla realtà delle Chiese particolari nei singoli continenti”.

Altre novità

Un Sinodo dei Vescovi del mondo, per la prima volta, avrà come relatore generale un canadese, il Cardinale Ouellet, e un africano come segretario speciale, monsignor Laurent Monsengwo Pasinya, Arcivescovo di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo.

Per la prima volta, inoltre, il Sinodo stabilisce anche un nesso con quello precedente, lasciando il 10 ottobre uno spazio per analizzare i frutti del Sinodo sull’Eucaristia da parte del Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, che è stato relatore generale di quell’assemblea.

Uno degli elementi meno positivi è il fatto che la Santa Sede non abbia potuto invitare i Vescovi della Cina continentale (ci saranno Padri sinodali di Hong Kong e Macao).

Padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha rivelato che non è stato possibile presentare questa richiesta “perché non ci sono le premesse” con le autorità cinesi.

Nell’ultimo Sinodo, la Santa Sede aveva invitato quattro Vescovi cinesi, che però non hanno potuto partecipare. Il loro posto è rimasto vacante.

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ZENIT Staff

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