La Parola al Sinodo

ROMA, giovedì, 2 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito l’articolo a cura di monsignor Fortunato Frezza, Sottosegretario del Sinodo dei Vescovi, apparso sul numero di ottobre della rivista “Paulus”.

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Come è ben noto ormai a tutta la Chiesa, l’anno 2008 è contrassegnato da due provvidenziali eventi: la proclamazione dell’inizio dell’Anno Paolino e la celebrazione della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Si tratta di due avvenimenti che sono collegati dal profondo e costitutivo vincolo del tema della stessa assemblea sinodale: La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa.

I Pastori della Chiesa in questo mese di ottobre si radunano in quella XII Assemblea per la quale hanno efficacemente operato, nelle loro Chiese particolari, con lo scambio di pareri, con la riflessione condivisa, con la redazione di documenti, e rivolgono la loro meditazione, prima e durante il Sinodo, alla Parola di Dio come anima della vita e della missione della Chiesa. In questo loro alto compito pastorale e collegiale sanno di poter affidarsi ad un modello ineguagliabile di dedizione incondizionata alla Parola (cfr. At 20,24.32), qual è l’Apostolo Paolo.

L’Apostolo delle Genti, come viene chiamato, divenuto, insieme al Principe degli Apostoli, «colonna e fondamento della città di Dio» (Inno dell’Ufficio delle Letture), destinatario del Vangelo da annunciare al mondo (cfr. Gal 2,7-8), fu convertito dalla Parola del Signore Risorto (cfr. At 9, 15-16) e «subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio» (At 9,20). Paolo mostra così il dinamismo efficace della Parola divina che da persecutore lo rende Apostolo, annunciatore coraggioso di quella medesima Parola che ha trasformato la sua persona e la sua vita (cfr. At 9,27).

La missione apostolica di Paolo ha ricevuto il sigillo del Vangelo, che ha segnato l’inizio, lo sviluppo e la fine della testimonianza da lui resa al Maestro (cfr. At 20,18-24). Il persecutore, divenuto apostolo, è stato afferrato da Cristo (cfr. Fil 3,12), perché fosse fatto capace di «guadagnare Cristo» (Fil 3,8), guadagnare molti a Cristo, come servo di tutti, tutto a tutti per salvare ad ogni costo qualcuno, per amore del Vangelo (cfr. 1Cor 9,16.19-23). La stessa Parola del Signore ha dato una direzione decisiva alla missione di Paolo, quella dell’utilità in vista della salvezza (cfr. 1Cor 10,33).

L’Apostolo sente impellente dentro di sé l’urgenza di predicare il Vangelo (cfr 1Cor 1,19) e le insondabili ricchezze di Cristo e la rivelazione del mistero di Dio (cfr. Ef 3,6-9). È talmente forte in lui questa consapevolezza della missione che Paolo arriva a godere della grazia e della salvezza in una profonda comunione con i destinatari della Parola di cui è fatto servo (cfr. Rm 1,19) nel fruttuoso dialogo della salvezza.

Rivolgendosi ai credenti delle sue comunità, anche con accenti di commossa confidenza e tenerezza, ricorda di averli generati mediante il Vangelo (cfr. 1Cor 4,15), di averli nutriti gratuitamente con il Vangelo (cfr. 2Cor 11,7), anche nei momenti di prova nell’infermità (cfr. Gal 4,12-14) o addirittura incarcerato con le catene del Vangelo (cfr. Fm 13).

La XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi è davvero un kairos di grazia per i Vescovi che sono posti nella Chiesa a pascere il gregge del Signore (cfr. At 20,28), innanzitutto con la Parola di Dio, che sorpassa ogni sapienza umana (cfr. 1Cor 2,1-5) e ogni umano desiderio.

Riuniti nel Sinodo, dopo aver pregato e meditato anche attraverso i documenti Lineamenta e Instrumentum laboris, hanno propizia l’occasione di confrontarsi tra loro, ma soprattutto di unirsi nella sollecitudine pastorale e in collegiale comunione per esporsi alla luce, alla consolazione e alla grazia di quella Parola che, venendo da Dio, guida i loro lavori sinodali in modo efficacemente adatto alle necessità odierne della Chiesa.

 

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Fortunato Frezza

Sottosegretario Sinodo dei Vescovi

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ZENIT Staff

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