CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 23 giugno 2008 (ZENIT.org).- Di fronte al problema dei cambiamenti climatici che investe il nostro pianeta i turisti devono coltivare un' “etica della responsabilità".
E' quanto si legge nel Messaggio del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, reso noto questo lunedì e pubblicato in vista della Giornata Mondiale del Turismo 2008, che verrà celebrata il 27 settembre sul tema “Il turismo affronta la sfida del cambiamento climatico”.
La Chiesa appoggia questa iniziativa indetta dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), invitando tutte le Chiese particolari a far conoscere la visione cristiana del turismo e ricordare la responsabilità pastorale di ciascuno anche nel tempo del riposo e dello svago, della cultura e conoscenza, della distensione fisica.
Nel Messaggio, firmato dal Presidente e dal Segretario del Dicastero vaticano, rispettivamente il Cardinale Renato Raffaele Martino e l'Arcivescovo Agostino Marchetto, si legge che la salvezza del pianeta è posta di fronte “ad un bivio”.
Da qui l'appello al “contributo di tutti, perciò anche dei turisti, nel ciclo della terra in cui viviamo, affinchè si presti attenzione ai comportamenti e alle azioni concertate, che portino meno ingiuria possibile al pianeta”.
Oggi, afferma il Messaggio, sono oltre 900 milioni le persone che si recano in viaggio turistico all’estero - e si prevede che nel 2020 saranno 1 milardo e mezzo - senza contare le centinaia di milioni che si spostano all’interno del proprio Paese.
Per i loro spostamenti in aereo, per mare e via terra, si utilizzano carburanti inquinanti, mentre gli hotel e le case che li accolgono, con impianti di aria condizionata, immettono nell’atmosfera dosi massicce di gas nocivi.
Di fronte a questo, “il turista [...] con il suo atteggiamento può [...] contribuire a mantenere in vita il pianeta e a frenare la scalata ad un cambiamento climatico che ci allarma”.
In questo senso, si può decidere “di essere un turista contro la terra o a suo favore, magari andando a piedi, preferendo alberghi e luoghi di accoglienza più a contatto con la natura, portando meno bagaglio, affinché i mezzi di trasporto emettano minori quantità di anidride carbonica, smaltendo in modo adeguato i rifiuti, consumando pasti più ‘ecologici’”.
Oppure, “piantando alberi per neutralizzare gli effetti inquinanti dei nostri viaggi, preferendo prodotti dell’artigianato locale ad altri dispendiosi e velenosi, servendosi di materiali riciclabili o biodegradabili, rispettando la legislazione locale e valorizzando la cultura del luogo che stiamo visitando”.
L’importante, si afferma, è ritornare “al senso del limite contro il progresso folle e ad ogni costo, fuggendo l’ossessione di possedere e di consumare”.
“In questo modo - conclude il Messaggio - si svilupperà una cultura del turismo responsabile anche nei confronti dei cambiamenti climatici”.