CITTA' DEL VATICANO, domenica, 8 giugno 2008 (ZENIT.org).- Il dialogo interreligioso non si nutre solo di occasioni di incontro, ma anche di una adeguata formazione e di una profonda conoscenza della fede altrui, ha detto questo sabato Benedetto XVI ricevendo i partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
All'inizio dell'udienza, il Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente di questo Dicastero vaticano, ha rivolto al Papa un saluto per illustrare gli argomenti affrontati durante i lavori assembleari, incentrati sul tema: “Dialogo in veritate et caritate - orientamenti pastorali”.
I colloqui alla plenaria hanno preso in considerazione alcune questioni pratiche riguardanti i rapporti interreligiosi: l'identità dei partner nel dialogo, l'educazione religiosa nelle scuole, le conversioni, il proselitismo, la reciprocità, la libertà religiosa, e il ruolo di leader religiosi in società.
“In quanto cristiani – ha detto il porporato – siamo convinti che Dio solo è la verità assoluta e che ha spalancato il cuore umano al desiderio di verità” e che “quindi tutti gli uomini e tutte le donne sono chiamati a conoscere e a vivere tale verità”.
Tuttavia, ha aggiunto, “occorre raggiungere un delicato equilibrio fra la proclamazione della verità e il rispetto del cammino spirituale e della libertà di coscienza delle persone”.
“La carità presuppone l'accoglienza dell'altro nella sua diversità, ma implica anche il dovere di condividere il nostro patrimonio religioso con lui”, perciò “verità, diversità e dialogo sono inscindibili”.
Il porporato ha quindi informato il Papa che il Dicastero da lui presieduto sta preparando un documento contenente alcuni “orientamenti” rivolti a pastori e a fedeli che vivono in società multietniche, plurireligiose e multiculturali (cfr. http://zenit.org/article-14597?l=italian).
Nel suo discorso in lingua inglese, Benedetto XVI ha ricordato che “tutte le attività della Chiesa devono essere permeate dall'amore”, perché è l'amore “che invita ogni credente ad ascoltare gli altri e a cercare ambiti di collaborazione”, senza imposizioni.
Tuttavia, ha puntualizzato Benedetto XVI, la “grande proliferazione di incontri interreligiosi nel mondo di oggi richiede discernimento”. Infatti, ha spiegato, per “essere autentico tale dialogo deve essere un cammino di fede”, e allo stesso tempo “occorre che i suoi promotori siano ben formati nella loro fede e ben informati in merito a quella degli altri”.
Alla luce di queste necessità e delle sfide poste dalle società sempre più pluraliste, il Papa ha detto di “aver incoraggiato gli sforzi del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso nell’organizzare corsi di formazione e programmi per il dialogo interreligioso in favore dei diversi gruppi cristiani, specialmente per i giovani seminaristi e per le persone che operano negli istituti di istruzione terziaria”.
“La collaborazione interreligiosa offre l'opportunità di esprimere i più alti ideali di ogni tradizione religiosa – ha ricordato – . Aiutare gli ammalati, soccorrere le vittime di catastrofi naturali o della violenza, la cura per gli anziani e i poveri: questi sono alcuni dei settori in cui collaborano persone di diverse religioni” .
“Incoraggio tutti coloro che si ispirano all'insegnamento delle loro religioni ad aiutare i membri sofferenti di ogni società”, ha quindi concluso.