Contro le malattie dell’anima, l'aromaterapia dello Spirito

Commento di padre Raniero Cantalamessa, OFM Cap., alla liturgia di domenica

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ROMA, venerdì, 11 gennaio 2008 (ZENIT.org).- Pubblichiamo la riflessione di padre Raniero Cantalamessa, OFM Cap. – predicatore della Casa Pontificia – alla Liturgia della Parola di domenica prossima, festa del Battesimo del Signore.

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Battesimo del Signore

Isaia 42, 1-4.6-7; Atti 10, 34-38; Matteo 3, 13-17

“Mi ha consacrato con l’unzione”

Gesú stesso diede una spiegazione di ciò che successe per lui nel battesimo del Giordano. Di ritorno dal Giordano, nella sinagoga di Nazareth applicò a se stesso le parole di Isaia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me: Mi ha consacrato con l’unzione…”. Lo stesso termine di unzione usa Pietro nella seconda lettura, parlando del battesimo di Gesú: “Dio ha unto di Spirito Santo e potenza Gesú di Nazareth”.

Si tratta di un concetto fondamentale per la fede cristiana. Basta dire che il nome Messia in ebraico e Christos in greco significano proprio questo: Unto. Noi stessi, dicevano i Padri antichi, ci chiamiamo cristiani perché siamo unti a imitazione di Cristo, l’Unto per eccellenza. La parola “unto”, nel nostro linguaggio ha tanti significati e non tutti positivi. Nell’antichità l’unzione era un elemento importante della vita. Si ungevano con olio gli atleti per essere snelli e agili nelle gare e si ungevano con olio profumato uomini e donne per essere belli e splendenti nel volto. Oggi, per questi stessi scopi, oggi ci sono a disposizione un’infinità di prodotti e creme varie in gran parte derivati anch’essi da vari tipi di oli.

In Israele il rito aveva un significato religioso. Si ungevano i re, i sacerdoti e i profeti con un unguento profumato e questo era il segno che erano consacrati al servizio divino. In Cristo tutte queste unzioni simboliche diventano realtà. Nel battesimo del Giordano egli viene consacrato da Dio Padre re, profeta e sacerdote eterno. Non però mediante l’uso di un olio fisico, ma mediante l’olio spirituale che è lo Spirito del Signore, “l’olio di letizia”, come lo chiama un salmo. Questo spiega perché la Chiesa da tanto rilievo all’unzione con il sacro crisma. C’è un rito di unzione nel battesimo, nella cresima, nella consacrazione dei sacerdoti e c’è una unzione degli infermi (una volta si chiamava “estrema unzione”). È perché attraverso questo riti si partecipa dell’unzione di Cristo, cioè della sua pienezza di Spirito Santo. Si diventa letteralmente “cristiani”, cioè unti, consacrati, gente chiamata, dice Paolo, “ a diffondere nel mondo il buon odore di Cristo”.

Cerchiamo di vedere cosa tutto ciò dice a noi uomini di oggi. Oggi è di moda parlare di aromaterapia. Si tratta dell’utilizzo degli olii essenziali (cioè, che emettono profumo) per il mantenimento della salute o per la terapia di alcuni disturbi. Internet è piena di reclami di aromaterapia. Non ci si accontenta di promettere con essi benessere fisico. Ci sono anche i “profumi dell’anima” , per esempio “il profumo della pace interiore”.

Non sta a me dare un giudizio su questa medicina alternativa. Vedo però che i medici invitano a diffidare di questa pratica che non è scientificamente accertata e che comporta anzi in alcuni casi delle controindicazioni. Quello che voglio dirvi è che esiste una aromaterapia sicura, infallibile, che non comporta alcuna controindicazione: quella fatta con l’aroma speciale, l’unguento profumato, che è lo Spirito Santo!

Questa aromaterapia a base di Spirito Santo guarisce le malattie dell’anima e a volte, se Dio lo vuole, anche quelle del corpo. C’è un canto spiritual afro-americano, dove non si fa che ripetere continuamente queste poche parole: “C’è un balsamo in Gilead che guarisce le anime ferite” (“There is a balm in Gilead to make the wounded whole”). Gilead, o Galaad, è una località famosa nell’Antico Testamento per i suoi profumi e unguenti (cf Ger 8,22). Il canto prosegue dicendo: “A volte mi sento scoraggiato e penso che tutto sia inutile, ma viene lo Spirito Santo e ridà vita alla mia anima” (“Some times I feel discouraged and think my work’s in vain but then the Holy Spirit revives my soul again ). Gilead è per noi la Chiesa e il balsamo che guarisce è lo Spirito Santo. Egli è la scia di profumo che Gesú si è lasciato dietro, nel suo passaggio su questa terra.

Lo Spirito Santo è specialista delle malattie del matrimonio. Il matrimonio consiste nel donarsi l’uno all’altro, è il sacramento del farsi dono. Ma lo Spirito Santo è il donarsi fatto persona: il donarsi del Padre al Figlio e del Figlio al Padre. Dove arriva lui rinasce la capacità di farsi dono e con essa la gioia e la bellezza di vivere insieme.

Il filosofo Heidegger, ha dato un giudizio allarmato sul futuro della società umana: “Solo un dio ci può salvare”, ha detto. Io dico che questo Dio che ci può salvare esiste, è lo Spirito Santo. La nostra società ha bisogno di dosi massicce di Spirito Santo.

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ZENIT Staff

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