ROMA, martedì, 15 gennaio 2008 (ZENIT.org).- La Congregazione Generale della Compagnia di Gesù ha accettato la rinuncia presentata dal Superiore Generale, padre Peter-Hans Kolvenbach, alla guida dell'Ordine.

La decisione è stata presa durante la 35ª Congregazione Generale, in svolgimento a Roma e alla quale partecipano 225 gesuiti.

Nel giorno della sua apertura, il 7 gennaio scorso, durante la prima sessione formale, ha presentato le dimissioni seguendo l'articolo 362 delle Norme Complementari, in base al quale “sebbene il Superiore Generale sia eletto a vita e non per un tempo determinato, egli può tuttavia in retta coscienza e secondo la norma dimettersi dal suo ufficio per un motivo grave che lo renderebbe in maniera permanente non all'altezza delle fatiche del suo compito”.

“Sento che la Compagnia di Gesù ha il diritto di essere governata e animata da un Gesuita nel pieno possesso dei suoi talenti fisici e spirituali – ha rivelato padre Kolvenbach – e non da un compagno le cui energie continueranno a diminuire a causa dell'età - ben presto 80 anni - e delle conseguenze di tale età, specialmente nel campo della salute”.

“Anche se le Costituzioni e le Norme Complementari non lo menzionano – ha aggiunto –, potrei aggiungere che l'elezione di un nuovo Generale darà alla Compagnia grazia divina di rinnovamento, o per dirlo con le parole di Sant'Ignazio, 'nueva devoción', 'nuevas mociones'”.

Nella sessione plenaria di questo lunedì, la Congregazione ha sottoposto a votazione la rinuncia del Padre Generale. Dopo un breve momento di preghiera seguito dal voto segreto manifestato in forma scritta, il moderatore, padre Valentín Menéndez, ha comunicato a padre Kolvenbach che la Congregazione ha accettato rispettosamente i motivi da lui presentati.

Padre Menéndez ha espresso al Padre Generale rinunciatario “il ringraziamento e il riconoscimento” dei Gesuiti “per la sua persona e il notevole servizio che il Signore ha voluto che lei prestasse alla Chiesa e alla Compagnia”

“Ci sentiamo edificati dall'esempio di libertà di spirito con cui lei ha presentato la sua rinuncia, impregnata nello spirito del Vangelo e degli Esercizi, così lontano dalla dinamica di questo mondo dove ci si ostina a lottare per arrivare a posti di potere e di prestigio”, ha dichiarato.

“Lei ha saputo guidare la nave della Compagnia con serenità, sapendo mantenere contemporaneamente fedeltà alla Chiesa e fedeltà al modo di procedere della Compagnia espressa nelle sue Costituzioni e nelle sue ultime Congregazioni Generali”.

Per padre Menéndez, Kolvenbach ha saputo “mantenere l'unione del corpo della Compagnia con un'attenzione rispettosa verso tutti, con il suo insegnamento pieno di sapienza ed equilibrio, con la sua presenza animatrice in tutte le province”.

“La fiducia che ha mostrato nel suo modo di governare sia i collaboratori in curia che tutti i provinciali ha creato un clima di fraternità e collaborazione che esprime molto bene l'ideale di essere compagni di Gesù, e che si è diffuso per tutto il corpo della Compagnia”, ha sottolineato.

Padre Kolvenbach ha quindi preso la parola ringraziando il Signore per essergli stato “veramente propizio a Roma, nella guida di una Compagnia della quale Egli si è degnato di servirsi per la Sua maggior gloria”.

“Sono riconoscente anche per il privilegio di aver potuto incontrare e accompagnare tanti amici nel Signore i quali, nelle vocazioni le più diverse, si sono sempre rivelati autentici servitori della missione di Cristo”, ha detto ai confratelli.

“Nonostante una sconcertante diversità di persone e di culture”, ha rilevato, “non è mai mancata l'unione di spiriti e di cuori”, e “nonostante una crescente fragilità, la Compagnia rimane in grado di dialogare apostolicamente con le sfide del mondo moderno, per annunciarvi l'unica buona novella”.

Dopo quattro giorni di silenzio e preghiera, sabato 19 gennaio avverrà, secondo quanto previsto, l'elezione del nuovo Padre Generale della Compagnia di Gesù.

Padre Kolvenbach era alla guida dei Gesuiti dal 1983, in seguito alle dimissioni presentate da padre Pedro Arrupe per motivi di salute.