ROMA, martedì, 29 gennaio 2008 (ZENIT.org).- Sulla scia delle polemiche che hanno accompagnato la visita di Benedetto XVI all'università “La Sapienza” di Roma, annullata dopo le manifestazioni di dissenso da parte di studenti e professori, la rivista scientifica “The Lancet” sostiene che il Papa non è affatto nemico della scienza.

Nell'editoriale del numero di questa settimana, riporta Apcom, la rivista spiega che “nei suoi tre anni di pontificato il Papa ha dimostrato di sostenere la scienza”.

Secondo quanto si legge, il Pontefice avrebbe ammesso che ci sono diverse prove in favore della teoria dell'evoluzione.

Il Vaticano ha inoltre promosso nel 2006 una conferenza scientifica sui cambiamenti climatici, e in un discorso dello scorso anno in una conferenza alle Nazioni Unite Benedetto XVI ha riconosciuto che “oggi l'umanità è giustamente preoccupata del bilancio ecologico futuro”.

“The Lancet”, ad ogni modo, critica il fatto che il Papa non abbia cambiato la posizione della Chiesa sull'uso del preservativo per prevenire la diffusione dell'HIV/AIDS, atteggiamento “conservatore” che si ritrova nella questione dell'aborto.

A questo riguardo, si denuncia che sono 68.000 le donne che muoiono ogni anno a causa di pratiche abortive non sicure praticate al di fuori delle strutture ospedaliere.

“Non tutti i cattolici, che nel mondo sono più di un miliardo, condividono le posizioni del Papa nella scienza e in fatto di salute”, osserva l'editoriale, ricordando che molti volontari, anche cattolici, che prestano la loro opera nei Paesi poveri distribuiscono preservativi ai pazienti malati di AIDS.

“The Lancet” esprime quindi apprezzamento per il Cardinale Carlo Maria Martini, che definisce “un esempio positivo” sottolineando come il porporato avrebbe appoggiato l'uso del preservativo per combattere l'AIDS e sostenuto l'utilità della legalizzazione dell'aborto per ridurre il numero illegale di interruzioni di gravidanza.

“Sono cattolici come questi – conclude l'editoriale – che ci dicono che scienza e religione non sono incompatibili e che il dialogo tra gli scienziati e i leader del cattolicesimo deve rimanere sempre aperto sia nei campus universitari che altrove. Anche se gli scienziati non sono d'accordo con l'interpretazione che la Chiesa ha del mondo”.