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Eminenze,
Cari Fratelli Vescovi,
Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,
sono lieto di dare oggi il benvenuto a voi in Vaticano in occasione dell’Assemblea Plenaria annuale del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Il mio ringraziamento va in primo luogo all’Arcivescovo Foley, Presidente del Consiglio, per i suoi gentili commenti introduttivi. A tutti voi desidero esprimere la mia gratitudine per il vostro impegno nell’apostolato delle comunicazioni sociali, la cui importanza non può essere sottovalutata nel nostro mondo sempre più tecnologico.
Il settore delle comunicazioni sociali cambia rapidamente. Mentre i media della stampa lottano per rimanere in circolazione, altre forme come la radio, la televisione e Internet si stanno sviluppando a un ritmo straordinario. Sullo sfondo della globalizzazione, questo ascendente dei media elettronici coincide con la loro crescente concentrazione nelle mani di poche multinazionali la cui influenza oltrepassa tutti i confini sociali e culturali.
Quali sono stati i risultati e gli effetti di questa crescita nell’industria dei media e dell’intrattenimento? So che questa domanda richiama la vostra attenzione. Visto il ruolo pervasivo dei media nel forgiare la cultura, essa riguarda tutte le persone che prendono sul serio il benessere della società civile. Indubbiamente gran parte del beneficio per la civiltà è un contributo dei vari componenti dei mass media. Basti pensare ai documentari di qualità e ai notiziari, al sano intrattenimento e ai dibattiti e alle interviste che fanno pensare. Quanto a Internet, inoltre, è doveroso riconoscere che ha aperto un mondo di conoscenza e apprendimento al quale prima molti potevano accedere solo con difficoltà, ammesso che fosse possibile. Tali contributi al bene comune devono essere lodati e incoraggiati.
Dall’altro lato, è anche facilmente constatabile che gran parte di ciò che viene trasmesso in vari modi nelle case di milioni di famiglie nel mondo è distruttivo. Indirizzando la luce della verità di Cristo su queste ombre la Chiesa genera speranza. Aumentiamo i nostri sforzi per incoraggiare tutti a mettere la lucerna sul lucerniere dove possa splendere per chiunque a casa, a scuola e nella società (cfr. Mt 5, 14-16).
A questo proposito, il mio Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni di quest’anno richiama l’attenzione sul rapporto tra i media e i giovani. Le mie preoccupazioni non sono diverse da quelle di ogni padre o madre, o insegnante, o cittadino responsabile. Riconosciamo tutti che “la bellezza, quasi specchio del divino, ispira e vivifica i cuori e le menti giovanili, mentre la bruttezza e la volgarità hanno un impatto deprimente sugli atteggiamenti ed i comportamenti” (n. 2).
La responsabilità di introdurre ed educare i bambini e i giovani nella via della bellezza, della verità e della bontà è quindi seria. Può essere sostenuta dai conglomerati di media solo nella misura in cui promuovono la dignità umana fondamentale, il vero valore del matrimonio e della vita familiare e i successi e gli obiettivi dell’umanità.
Faccio di nuovo appello ai leader dell’industria dei media per consigliare ai produttori di salvaguardare il bene comune, sostenere la verità, difendere la dignità umana individuale e promuovere il rispetto dei bisogni della famiglia. E incoraggiando tutti voi che siete riuniti qui oggi, confido nel fatto che i frutti delle vostre riflessioni e del vostro studio verranno condivisi efficacemente con le Chiese particolari attraverso le strutture diocesane, scolastiche e parrocchiali.
A tutti voi, ai vostri colleghi e ai membri delle vostre famiglie a casa imparto la mia Benedizione Apostolica.
[© Copyright 2007 – Libreria Editrice Vaticana; traduzione dall’originale in inglese a cura di ZENIT]