In alcune dichiarazioni di questo martedì, padre Louis Samaha, Direttore di Caritas Libano, ha constatato le difficoltà che stanno sperimentando a causa degli “attacchi contro le vie di comunicazione” e “contro il settore delle comunicazioni”.
“Nel sud del Libano circa 35.000 persone dei villaggi di Bint Jbeil e Rmeich sono isolate e abbandonate alla propria sorte”, ha affermato il sacerdote.
Tutte le delegazioni di Caritas Libano continuano ad essere mobilitate e ad esse si sono unite squadre di volontari composte da donne e giovani che aiutano nella distribuzione degli aiuti (alimenti, prodotti igienici e medicinali).
Queste squadre impartiscono anche corsi di igiene nei centri di rifugiati, visto che sono apparsi pulci e pidocchi. La Caritas sta installando docce e distribuendo prodotti igienici specifici.
“Abbiamo anche organizzato laboratori di animazione in dodici centri, per rendere più leggera la situazione per le centinaia di bambini che si sono visti stretti in questa morsa d’orrore”, ha rivelato padre Samaha.
Le unità sanitarie mobili, ha aggiunto, si sono trasformate in cliniche d’urgenza e visitano i centri di rifugiati fornendo assistenza medica.