Bielorussia: Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale del Cardinale Świątek

Un testimone eroico della fede cattolica sotto il regime comunistico

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CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 15 giugno 2006 (ZENIT.org).- Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Minsk-Mohilev (Bielorussia), presentata dal Cardinale Kazimierz Świątek, eroe durante la persecuzione sovietica e artefice della rinascita della Chiesa cattolica del suo Paese.

Secondo quanto riferito questo mercoledì dall’Ufficio Informazioni della Santa Sede, il Papa ha nominato Amministratore Apostolico “sede vacante” della medesima circoscrizione ecclesiastica monsignor Antoni Dziemianko, Vescovo Ausiliare di Minsk-Mohilev.

Il porporato che il 21 ottobre compirà 92 anni, è uno dei pochi sopravvissuti ai campi di lavori forzati della Siberia del periodo di Stalin che possa offrire ancora oggi la propria testimonianza.
Nato a Walga (diocesi di Pinsk) in Estonia nel 1914 e ordinato sacerdote l’8 aprile 1939, ha visto interrotto il suo primo servizio pastorale a Pruzany (Bielorussia) dalla persecuzione sia degli occupanti nazisti sia del terrore sovietico.

Ripetutamente arrestato dall’Armata Rossa sovietica negli anni 1941 e 1944, il 21 luglio del 1945 fu condannato a dieci anni di lavori forzati in Siberia, e quindi internato nel lager di Marwinsk (Siberia orientale) Workuta (nell’Artico) e Inta, in condizioni di estrema privazione e sofferenza.

Dopo la sua liberazione avvenuta il 16 giugno 1954, tornato a Pinsk, ha esercitato il ministero sacerdotale come parroco, fino alla nomina il 13 aprile 1991 ad Arcivescovo di Minsk-Mohilev e Amministratore Apostolico di Pinsk.

“Non mi hanno fucilato perché, come mi dissero, non volevano sprecare un proiettile con me”, ha rivelato in una passata intervista concessa a ZENIT.

Nel novembre 1994 è stato creato Cardinale da Giovanni Paolo II, il quale il 27 settembre 2004 gli ha consegnato a Castel Gandolfo il premio “Fidei testis” (“Testimone della fede”), conferito dall’Istituto Paolo VI. (cfr. ZENIT, Servizio Giornaliero, 27 settembre 2004).

La Bielorussia o Russia Bianca, già Repubblica federativa dell’Urss, è indipendente dal 1991. La religione dominante è l’ortodossia, favorita dall’attuale regime di Alexander Lukašenko, rieletto per la terza volta consecutiva nelle elezioni presidenziali del 19 marzo scorso.

I credenti della Chiesa ortodossa sono divisi in 1.265 parrocchie e rappresentano più del 70% della popolazione, stimata in più di 10.360.000 persone.

Attualmente sta rifiorendo nel Paese anche la presenza di cattolici latini e slavi di rito bizantino in comunione con Roma. I cattolici di rito latino, il cui numero a seconda delle diverse fonti varia dai 500.000 ai 2.000.0000, hanno circa 430 parrocchie la cui guida pastorale è affidata a 250 sacerdoti.

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ZENIT Staff

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