Una preghiera che fa da ponte

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Mc 1,29-39

Lettura

Gesù completa le opere del sabato entrando nella casa di Simone, che ha la suocera febbricitante. Egli, con la sua semplice presenza, la guarisce, così che essa possa servirli. Al tramonto del sole, quando il sabato ebraico è finito con tutte le sue limitazioni, i cittadini di Cafàrnao ne approfittano per portargli ammalati e indemoniati, perché Gesù li guarisca. Egli, generosamente, sana molti ammalati e libera molti indemoniati. Dopo questa fatica pastorale, Gesù sente il bisogno di “ricaricarsi”, per questo «si ritira in un luogo deserto e là prega». Ma quando Simone lo cerca per ottenere altri miracoli, Gesù gli risponde di non essere venuto per questo, ma soprattutto per evangelizzare.

Meditazione

Il sabato che Gesù vive a Cafàrnao è molto (troppo) intenso, come lo sono tante domeniche per i sacerdoti zelanti che si sacrificano per i loro fedeli. Messe, visite e comunione agli ammalati e poi… tanta stanchezza. Col rischio che ci sia poco tempo per la preghiera personale. Eppure è proprio questa che ha la capacità di rigenerarci e di trasformare le stesse stanchezze in sacrificio a Dio gradito. È rubando il tempo allo stesso riposo, come ha fatto Gesù, che noi allarghiamo il cuore alle dimensioni di Dio. Una preghiera che non ci estranea dalle sofferenze e dai problemi dei nostri fedeli, dei quali Dio ci ha fatto padri e fratelli; come non estraniava Gesù, anzi, lo faceva “ponte” efficace presso il Padre suo a favore di tutta l’umanità sofferente. È in questa prospettiva che il brano della Lettera agli Ebrei integra bene la pagina evangelica. La stanchezza pastorale del sacerdote, e le sue stesse miserie lo assimilano al Cristo, “sommo sacerdote misericordioso, che è stato messo alla prova come noi, ed è perciò in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova”. La preghiera, condita di stanchezza, è più umana e autentica. Non ripete formule imparate a memoria ma porta a Dio l’umanità vera, quella che fatica a vivere il Vangelo. Ciò che è detto per i preti vale anche per i laici, perché per il battesimo siamo tutti “sacerdoti”, responsabili davanti a Dio dei fratelli che egli ci ha messo accanto. Come Gesù, dobbiamo farci nella preghiera “ponte” tra Dio e gli altri e per far questo dobbiamo restare sempre uniti a Dio, in Cristo, «l’unico mediatore tra Dio e gli uomini».

Preghiera

«O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua. Nel mio giaciglio di te mi ricordo, penso a te nelle veglie notturne; tu sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali. A te si stringe l’anima mia: la forza della tua destra mi sostiene» (dal Salmo 63).

Agire

Riservo alcuni minuti, nel corso della giornata, alla preghiera: al mattino a metà giornata, alla sera.

Meditazione a cura dei Monaci dell’Abbazia di Sant’Eutizio (Piedivalle di Preci – Perugia), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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