Un popolo nuovo che produca frutti

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

La parabola dei vignaioli assassini è indirizzata da Gesù, dopo la sua entrata a Gerusalemme, ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo. La vigna è una raffigurazione classica del popolo d’Israele. Alla cura meticolosa che Dio ha per la sua vigna prediletta, si oppone un crescendo di incomprensibile ostilità da parte dei servi, che alla fine uccidono il figlio per impossessarsi dell’eredità. Agli interlocutori che chiedono una giusta punizione dei servi malvagi, Gesù profetizza che subentrerà un nuovo popolo che farà fruttificare il regno di Dio. 

Meditazione

La parabola della vigna e dei contadini riassume la storia della salvezza. I capi del popolo d’Israele sono stati scelti da Dio per coltivare la sua vigna prediletta. Essi, invece di consegnare il frutto del raccolto, maltrattano i servi – cioè i profeti –; anzi, non esitano a cacciare il figlio dalla vigna e ad ucciderlo per impossessarsi dell’eredità. Il rifiuto dei capi del popolo d’Israele sarà l’inizio di un nuovo popolo. Il cuore di questa pagina evangelica è la storia dell’amore senza limiti di Dio per il popolo con cui ha stretto un’alleanza. Si tratta di un amore sconfinato, che non teme l’ingratitudine degli uomini, e arriva fino al punto di permettere che il proprio Figlio prediletto doni la vita per la salvezza dei peccatori, per un’eterna alleanza con un nuovo popolo. Il Figlio è l’Agnello, immolato e vittorioso, che sacrificando se stesso ci rende partecipi della sua eredità. Non possiamo pretendere di ricevere l’eredità della vita eterna senza accogliere l’Erede. Non possiamo dirci cristiani solo perché condividiamo alcuni valori che fanno parte del patrimonio culturale del cristianesimo, se non facciamo di Gesù Cristo il centro della nostra vita e non siamo disposti a seguirlo sulla via della croce. Gesù, attraverso il suo mistero pasquale di morte e risurrezione, è diventato la pietra, prima scartata dai costruttori e poi divenuta pietra angolare, a cui si riferisce il salmo 118. Solo se siamo “edificati” su di lui possiamo essere “pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo” (cfr. 1Pt 2,5). Gesù è il chicco di frumento che, caduto in terra, produce molto frutto (cfr. Gv 12,24). Solo se rimaniamo uniti a Gesù come il tralcio alla vite possiamo produrre frutti di conversione, di pace, di perdono. 

Preghiera

«Tu, Signore, ci sei necessario, o solo vero maestro delle verità recondite e indispensabili della vita, per conoscere il nostro essere e il nostro destino, la via per conseguirlo» (Paolo VI). 

Agire

Manifestiamo di essere discepoli di Gesù attraverso un gesto gratuito di amore nei confronti di una persona che non se lo aspetta.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Michele Pennisi, arcivescovo eletto di Monreale, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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