Stabile nel vuoto

La fiducia è, per me e per te, la stabilità nella precarietà

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Ogni mattino lo vedo. Arriva gracchiando festosamente e, dopo qualche volteggio, va a posarsi proprio sulla cima del pino accanto a casa mia.

E’ un corvo. Lo osservo: prima di fermarsi mira accuratamente il punto su cui poggiarsi. Con un gioco d’ali arresta il suo volo, mette le zampette proprio sulla punta che si piega e dondola per qualche istante.

Mentre il dondolio non si è ancora fermato, il corvo, senza mosse scomposte, si assesta accuratamente le ali in posizione di riposo.

Dall’alto di quei quindici metri, gira uno sguardo circospetto all’intorno. Che panorami! E, comodo come un pascià, si mette tranquillo.

Tranquillo a 15 metri da terra! Tranquillo sull’esile punta d’un pino che dondola ad ogni suo movimento. Come mai così ben assestato un corvo in quella posizione così precaria, su quel trespolo così fragile?

Trepidavo per lui perché pensavo di essere io al suo posto. Avevo quella paura di cadere che lui certo non ha. Perché? Unicamente perché è un corvo e io sono un uomo. Io sono altrettanto tranquillo e sicuro quando – come si dice – ho i piedi per terra.

Ma – ho pensato – anch’io spesso mi trovo in posizioni analoghe; anch’io passo momenti ancor più ansiosi, posizioni ancor più precarie d’una punta d’albero che dondola, d’una cima inaffidabile che si piega. Dubbi, incertezze e buio d’intorno. Anche se tutto “dondola”, anch’io – mi sono detto – posso e devo stare tranquillo.

Il corvo nella precarietà, lassù, si sente a casa sua perché ha le ali che può sempre dispiegare nel vuoto.

La fiducia è, per me e per te, la stabilità nella precarietà.

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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