Quel giudizio di verità mancante che altera la storia!

Il credente non rinsecchito dall’apatia corrente verso i moti dello spirito, non può che parlare al suo prossimo dal cuore di Dio

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Le mille questioni irrisolte o mal gestite sul tappeto della politica, dell’economia, delle problematiche sociali, degli atti terroristici, mostrano in  modo evidente che tutti i mali della società odierna sono il risultato di un modo di essere secondo la “carne”, non altro. Il nostro tempo ha scelto di  fare a meno di un autentico giudizio di verità. Una verità che non si limiti ad aspetti antropologici, filosofici, religiosi, ma si innalzi al valore divino ed eterno che è insito nelle cose create. L’enciclica di Papa Francesco, Laudato Si, è tutta immersa in un vigile sguardo orante verso la casa comune del creato, sorella e madre, lacerata nel tempo da azioni e prospettive da parte dell’uomo proprio secondo la “carne”. L’uomo, assorbito ormai dal suo potere economico, dalle sue scoperte scientifiche, dal ritorno prepotente della sua più antica idea, quella di potersi sostituire a Dio, ha smarrito la sua funzione essenziale di attore straordinario in questo universo. Non capisce più che per costruire un tempo nuovo e illuminato non è bastevole parlare agli altri da se, dalle sue teologie, filosofie, teoremi, analisi antropologiche, trattati economici, finanziari, sociali. Partire e guidare il futuro solo da questi punti, significa chiaramente enunciare solo giudizi secondo la “carne”, utile evidente di una verità soggettiva. È sicuro che anche le grandi cose falliscono, se dirette fin dalla loro origine verso strade precostituite a raggiungere obbiettivi, soltanto in apparenza immaginati per il benessere comune. Nessuno può dire che non sia così! Le popolazioni sono pertanto teleguidate, vessate, private dalla vera libertà, dall’idea principe dell’evoluzione umana e con essa dalla verità che ha radici nella sapienza di Dio. Quando la risoluzione dei problemi non soddisfa il mondo nel suo insieme, è quasi certo che una parte di esso abbia preso ciò che non gli appartenga. Il risultato ottenuto non potrà che essere solo frutto di terra, quale abile disertore del cielo e del suo Sommo Creatore.

Il credente non rinsecchito dall’apatia corrente verso i moti dello spirito, non può che parlare al suo prossimo, qualsiasi sia il proprio ruolo sociale, dal cuore di Dio. Scrive a proposito il mio maestro spirituale: Alluomo si deve parlare dal cuore di Dio, che è nel cuore crocifisso di Gesù Signore, che è nel cuore della Chiesa, anchesso trafitto sullaltare della carità, della verità, della giustizia. Parlare dal cuore di Dio, per mezzo del cuore della Chiesa, tutto conformato al cuore di Cristo Gesù, significa dire solo la volontà di Dio che è promessa eterna per luomo. Eppure queste affermazioni così alte, ma così quotidianamente vere, non trovano spazi considerevoli nella società attuale. Quest’ultima, figlia del mito di un consumismo su cui è stata edificata ogni potenza economica,  politica, pubblica e privata, ha respinto quel giusto riconoscimento capace di rigenerare l’uomo nelle continue sfide del suo tempo. Una presa d’atto “reticente” che da alcuni viene letta come ambito di progresso civile, ma che in realtà dimostra una apertura verso “l’istitualizzazione del peccato”. Basta, d’altronde, approvare una legge per cambiare l’essenza primaria della famiglia, dell’adozione, del valore della vita, della stessa conoscenza ontologica! Il baratro, su questa strada è assicurato. Il male fatto dall’uomo nella storia non è altro che il mancato riconoscimento del suo legame diretto con Dio e con la sua Parola, da vivere nella sua completezza per redimere gli spazi in cui opera, lavora; fa politica, economia, spettacolo, chiesa, sport, famiglia; costruisce relazioni, occasioni, muri. Come leggere altrimenti questo fiume di persone che scappa dalla grande miseria per cercare una vita semplicemente più dignitosa? Non è, tutto questo, frutto dell’egoismo dell’occidente? Ma anche la conseguenza della sua forza militare; del suo strapotere tecnologico; del suo dominio legato ad occupazioni, depravazioni, spoliazioni, durate per interi secoli e che oggi esplodono nella violenza più assurda.

Siamo solo all’inizio di una nuova difficile e imprevedibile epoca! Già sul tavolo del suo progresso acquisto si sta portando il conto salato di intere popolazioni, ormai stremate e pronte a qualsiasi azione pur di riprendersi un briciolo di dignità. Altro che quote! Riunioni infinite! Valichi, frontiere, passaggi chiusi! Un bel salto nel buio del passato che certifica il malessere di una umanità che aveva sognato un futuro di pace, uguaglianza e prosperità per tutti. Belle parole, ma parimenti false. La stessa impostura utilizzata per crocifiggere il Figlio dell’Uomo, osando addirittura contro lo stesso il Padre onnipotente.  Quando il giudizio di verità viene solo dalla “carne”, ogni traguardo raggiunto è solo l’appagamento immediato di una posizione di potere fine a se stesso, che in proiezione cadrà in rovina. Si guardi in famiglia, sul luogo di lavoro, nella comunità in cui si vive, negli stati sfruttati dal potere economico di ogni colore, ecc. Si accerterà, pur nei tempi non scelti e non compresi da ognuno di noi, il fallimento di qualsivoglia giudizio di verità eterna e divina, insostituibile oggi nel reggere l’armonia tra le genti da tutti sperata e invocata, almeno a parole. Ricorda, dinnanzi alla flusso di disperati che bussa alle nostre porte, il teologo mons Di Bruno: La misericordia del Signore è grande. Ti chiede di saldare il conto solo con un podi pietà, compassione, misericordia. Ti chiede di vedere questa marea di gente come tuoi fratelli, tuo prossimo, tuo padre, tua madre, il tuo migliore amico. Altro che navi da guerra ai confini! Non è forse ora il tempo di pagare, per via di quel giudizio di verità mancante che altera la storia e che oggi indirizza solo al 16% degli italiani di schierarsi per l’accoglienza dei disperati? È tempo di una seria e libera riflessione.

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. Per ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui.

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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