Siamo già stati salvati

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 8,5-17

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Lettura

Nel Vangelo di oggi ci vengono narrate due guarigioni operate da Gesù. Quella del servo del centurione e quella della suocera di Pietro. La sera, poi, Gesù scaccia demòni e ancora guarisce malati. Solo il versetto conclusivo di questa pericope ci spiega come Gesù abbia operato questi miracoli.

Meditazione

Come ha fatto Gesù a guarire i malati, a perdonare i peccati, a far risorgere Lazzaro e la figlia di Giairo già morti? “Semplice!”, penserà qualcuno che del nostro Dio poco sa. E si immagina il Figlio di Dio che dice “guarisci” e tutto passa. Dio sarebbe un po’ come un mago: fa un gesto e tutto il male scompare. Come quei genitori che fanno trovare sempre ai loro figli la “pappa pronta”, un po’ come Adamo ed Eva in paradiso. Alla fine, per la noia, o per la voglia di fare, o per ribellione, o per qualche altro motivo combinano dei guai. Guai così grossi che non si possono più semplicemente cancellare. Le conseguenze del peccato originale sono sempre presenti. L’uomo è condannato al lavoro e la donna a partorire con dolore, ma soprattutto sono condannati a una vita che finisce con la morte. Ogni genitore che ama il figlio le penserà tutte per aiutarlo a uscire da questo stato: manda messaggi, incoraggiamenti, stipula patti, si fa promettere, manda amici, domestici… e alla fine, per amore, solo per amore dice: “Quella pena la sconto io”. Tutta. Tutta insieme in una volta, per tutti i tempi. E il Figlio di Dio, che nulla ha a che fare con il peccato, si prende tutto il peccato e tutti i peccati su di sé e li espia. Dopo la morte e la risurrezione di Gesù, la condizione dell’uomo non sembra essere cambiata: continua a vivere nel mondo, perché il paradiso non fa per lui. Ma noi sappiamo – per fede – che dopo la redenzione operata da Gesù, l’uomo, se vorrà, senza essere costretto, sarà libero di vivere per l’eternità in paradiso. Perché la pena per cui era condannato è già stata espiata. Ogni miracolo di Gesù, ogni suo gesto è possibile in vista della sua sofferenza e morte sulla croce. Ha potuto far miracoli, guarire, perdonare, far rivivere perché si è assunto tutte le pene di cui l’uomo nei secoli, passati e futuri, si era gravato fin da quel primo giorno, quando perse lo stato di beatitudine dell’Eden. Il Signore, però, non ha impugnato la bacchetta magica, ma, come dice il profeta Isaìa, “ha preso su di sé le nostre infermità e si è caricato delle nostre malattie”.

Preghiera

«Se Cristo domani busserà alla tua porta, lo riconoscerai? Avrà l’aspetto abbattuto, spossato, annientato com’è, perché deve portare tutte le pene della terra… Se Cristo domani busserà alla tua porta, lo riconoscerai? Allora se ne andrà, più abbattuto, più annientato, con la Pace nelle sue mani nude» (Raoul Follereau).

Agire

Oggi farò un piccolo gesto verso qualcuno che sta male. Una visita, una telefonata, una piccola spesa…

Meditazione del giorno a cura della prof.ssa Alexandra von Teuffenbach, docente di Teologia e Storia della Chiesa, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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